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894. Francesco Sforza a Sfolioso 1452 novembre 8 apud Calvisanum

Francesco Sforza scrive all'armigero ducale Sfolioso di essere stato male sorpreso per i furti dalui fatti sul territorio astigiano, incurante delle moleste conseguenze che ne potrebbero derivare con il causare vertenze con la comunità di Asti, con il Balivo e, conseguentemente, con il re di Francia, che quanto giova alle vicende sforzesche glielo lascia immaginare. Ancor più gli dispiacciono le beffe che lui fa delle lettere di Giorgo de Annone, suo luogotenente. Gli impone di restituire tuto il maltolto: se non lo facesse, si aspetti un servizio suo malgrado.

Strenuo armigero nostro Sfoyoso.
Havimo inteso li modi deshonesti che hay tenuti in robbare quelli mercadanti in lo terreno de Ast, dela qualcosa havimo preso per certo tanto despiacere che non sapiamo quale cosa havisti possuto fare né dire che a nuy fosse stata più exosa, molesta et rincresivola, perché ultrala vergogna et mancamento che ne segue a nuy, sey caxone de mettere errore et divisione fra nuy et la comunità de Ast, el magnifico Baylì et consequenter la mayestà del Re de Franza: che quanto questo sia quella cosa che rechiedeno de presenti li facti nostri dellà, lo lassiamo iudicare a ti. Et quello che più ne dole et che havendoti sopra ciò scripto tante volte Zorzo da Annono, nostro locontenente in Alexandria, como ha scripto, non che tu l'habbi voluto obedire, ma te hay fato beffe delli facti suoy, che haveressimo creduto ne havesti facto altra [ 329v] extima che non hay facta. Il perché como se sia, dicimo et te commandiamo che, per quanto hay caro l'amore et gratia nostra, et se may desyderi de havere in vita toa da nuy bene et honore alcuno, immediate, havuta questa, tu debbi restituire ogni cosa integramente alli dicti mercadanti, che non gli manchi uno pontale de strenga, remossa ogni exceptione et contraditione, avisandote che se tu non lo faray havemo ordinato che te sia facto uno servitio che te bisognarà renderlo a tuo male grado. Ex castris nostris apud Calvisanum, die viii novembris 1452.
Persanctes.
Iohannes.