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904. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 novembre 13 apud Calvisanum

Francesco Sforza dice al milite Sceva de Curte, suo oratore a Genova, che ha ricevutalalettera con cui, con suo grande sollievo, viene a sapere della sua partenza da Genova con dodicimila ducati e che, con la paga per i balestrieri, alui si accompagna Bartolomeo dalevanto, oratore del doge e della comunità di Genova. Si muova speditamente. Per la sicurezza di quanto egli porta, il duca vuole che a Cremona si prenda tanti soldati o uomini per giungere comodo a Ostiano. All'uscitsa da Cremona con un cavallaro, avuto da Sinibaldo, ufficiale della posta, lo avverta di essersi rimesso in viaggio, per poi, giunto a Ostiano, avvisarlo d'essere arrivato lì, ove se ne starà quieto fino a che provvederà a inviargli una scorta per fargli proseguire l'andata dalui. Siccome i denari che Bartolomeo porta per i balestrieri sono denari sforzeschi (fan parte dei xxv mila ducati), il duca vorrebbe che essi finissero nelle sue mani, perché risulteranno essere più utili che non dati ai balestrieri che se ne ritornano a casa.

Spectabili militi et iuris utriusque doctori domino Sceve de Curte, oratori nostro dilectissimo.
Havemo heri serale vostre littere de dì cinque del presente, per le quali ne advisati che adì viiii del presente ve partivati da Zenoa cum ducati xii mila et cum vuy vene Bartholomeo dalevanto, in oratore de quello illustre signore duxe et comunità, quale porta una pagha a questi balestreri, che molto ne piace la venuta vostra per lo gran bisogno et necessità quale havemo che maiore non porria essere, unde ve solicitamo quanto possiamo et carricamo che vogliati venire (a) cum ogni presteza, et se potessevo venire in una hora ve sforzati venire, perché questo nostro non solo è bisogno ma extrema necessità. Como sareti a Cremona vogliati torre tanti soldati o homini della terra che vegnati securo ad Hostiano, et habiati cura venire securo et salvo. Et como sareti a cavallo per ussire fuora de Cremona, ne advisati per uno cavallaro quale ve fati dare a Synbaldo, officiale [ 332r] dalla posta; et como sariti gionto ad Hostiano, ancora ne advisati per uno delli cavallari della posta nostra de Hostiano, et delì non ve partiti finchè havereti la nostra resposta, la quale ve mandarimo insieme cum la scorta.
Della pagha porta dicto Bartholomeo alli balestreri, essendo delli denari nostri, cioè delli xxv mila ducati, dicimo che vorrimo piutosto, perché ne sarà più utile, che li balestreri tornino a casa et che nuy habiamo li denari che nuy tegnamo li balestreri, che ormay non faranno altro, et loro ne togliano questi denari. Siché vogliati fare che dicto Bartholomeo non faza mentione de questi denari cum alcuno, et che li balestreri non lo sappianno, finchè haveremo parlato insieme che pigliaremo quello partito sarà megliore. Ex campo apud Calvisanum, die xiii novembris 1452, ante auroram.
Cichus.
Cichus.


(a) Segue via depennato.