Registro n. 13 precedente | 907 di 1330 | successivo

908. Francesco Sforza a Giorgio Del Maino 1452 novembre 13 apud Calvisanum

Francesco Sforza dice a Giorgio Del Maino, commissario di Tortona, che per un'altra lettera ducale, diretta a lui e a messer Filippo, ha risposto alle sue lettere circa il dubbio che ha di Guglielmo di Monferrato. Quanto alla tardanza del salvacandotto, se ne dice assai dispiaciuto per non essersi potuto unire agli oratori fiorentini e, soprattutto, se ne duole per il timore che il re di Francia imputi l'assenza di Giorgio a mancamento sforzesco. Se il salvacondotto continuasse a tardare, gli ordina di prendere la via del mare: imbarcarsi a Genova per la Provenza e poi raggiungere Carlo VII e spiegargli ogni cosa.

[ 333r] Spectabili militi domino Georgio de Mayno, carissimo commissario nostro Novarie.
Per un'altra nostra dirrectiva ad Messer Filippo et a vuy havemo resposto alle vostre littere circa el dubio, quale haveti del signore Guilielmo, dove per questa non se extenderimo più ultra perché per quelle intendereti integramente il tucto. Alle altre vostre per le quale ne scriveti del salvoconducto ancora non havuto, respondendo vi dicimo che molte ne despiace e dole, perché siamo certi che la mayestà del Re sta in aspectatione et credimo oramay che li ambassatori Fiorentini doveriano agiongere dalla prefata mayestate, che pur invero ne fa assay dolere perché non voressemo che la prefata mayestate havesse coniectura né pensiero che questa vostra tardanza procedesse per nostro mancamento. Per la qualcosa ve dicimo cossì che, se alla recevuta de questa ancora non havesti havuto dicto salvoconducto, o per tucto il dì seguente alla acceptione de questa non I'habiate, dapoy non debiate aspectare più, imo prendereti el camino vostro per la via de Zenova, et lì, montando in nave, fariti vella in Provenza, et non cessariti finchè sareti alla presentia della prefata mayestate, con la quale dapoy fareti la excusatione nostra della tardanza vostra. Ma, inanti la partita vostra, volemo che ne debiati avisare della receptione de questa et del partito che sareti per pigliare che, non havendo il salvoconducto, non posseti prendere altra via che bona sia che quella de Zenoa; ma sforzativi andare tanto presto che restaurati questa dimora et dilatione facta. Data in castris nostris apud Calvisanum, die xiii novembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.