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913. Francesco Sforza a Raynaldo de Dresnay 1452 novembre 14 apud Calvisanum

Francesco Sforza dice a Raynaldo de Dresnay, regio luogotenente generale e governatore di Asti, di aver saputo dalle lettere di Giorgio de Annone, commissario ad Alessandria, quanto delle cose di Francia gli ha riferito Luigi, suo cappellano, così come quello che gli ha riportato magistro Vaxeses, medico del marchese di Monferrato circa il loro accordo. Si dice impaziente del ritorno degli ambasciatori andati dal re di Francia. Non si stupisca se l'ambasciatore ducale non è partito con quelli fiorentini. I suoi, il duca li avrebbe mandati già molto tempo prima, ma siccome i Fiorentini avevano essi pure deciso di mandare in Francia ambasciatori, ciò fu la causa del rinvio della partenza dei suoi, che il duca ridusse a una unità. Richiese al duca di Savoia un salvacondotto anonimo: inesaudito, ripeté la richiesta dichiarando il nome dell'ambasciatore. Siccome i tempi si facevano lunghi, i Fiorentini se ne partirono, con la possibilità di ingenerare sospetti sul comportamento sforzesco verso il re. Ad evitare ulteriori indugi, il duca ordinò al suo ambasciatore di portarsi a Genova e di imbarcarsi per la Provenza per poi raggiungere il re. Voglia Dresnay far sapere al sovrano la ventura capitata all'inviato ducale.

Magnifico tanquam fratri et amico nostro carissimo domino Raynaldo de Dresnay militi, regio locontenenti generali et gubernatori Astensi.
Per littere de Zorzo de Annono, nostro commissario in Alexandria, de dì x del presente, havemo inteso alcune cose gli ha referito per parte vostra misser Aluyso, capellano vostro, havute novamente dalle parte de Franza, et cossì de quello ha dicto magistro Vaxeses, medico del'illustre marchese de Monferrà, circal'accordio loro, et cetera. Del che rengratiamo summamente la magnificentia vostra, et in questa parte non ne extendiamo adire altro. Expectiamo ben la venuta delli ambassatori della serenissima mayestate del Re cum desyderio. Appresso, accioché essa vostra magnificentia non prenda admiratione s'el nostro ambaxatore, quale doveva andare dalla prefata mayestà del serenissimo Re insieme cum li ambaxatori Fiorentini, non è andato, l'advisamo como per altre ve havemo scripto, che nuy haveressemo mandato già più tempo fa nostri ambaxatori alla prefata mayestate per fare quello era il nostro debito, ma havendo signori Fiorentini deliberato de mandare etiandio li loro ambaxatori da esso serenissimo Re, fecemo retardare li nostri perché andasseno insieme, la venuta delli quali fo molto tarda et longa. Il perché nuy non havemo mandato, secondo era il nostro desyderio et, venendo tandem dicti ambaxatori Fiorentini, dixemo che uno solamente delli nostri bastava, et che, per andare più liberamente, havevamo mandato per lo salvoconducto dal duca de Savoya, non facendo mentione del nostro oratore, et havendo essi havuto il suo salvoconducto senza il nostro, fo necessario che nuy mandassemo de novo da esso duca per uno salvoconducto per lo dicto nostro ambaxatore, et dicti ambaxatori Fiorentini, non parendoli expectare el nostro, se missono in camino per la via drita, donde è mò occorso ch'el dicto duca de Savoya non havendo voluto farne dicto salvoconducto, el predicto nostro ambaxatore non è potuto partire, della qualcosa havemo preso tanto despiacere et melinconia che a questo mondo non lo poderessemo havere magiore, perché non havemo nì satisfacto al desyderio nostro nì a quello che debitamente rechiedel'honore nostro verso essa mayestà del Re, [ 335r] nì ancora alla volontà vostra, como più volte cordialmente ne haveti recordato. Como el se sia, meglio tardo che may, nuy havemo scripto al dicto nostro ambaxatore che, dapoy ch'el non ha possuto havere el salvoconducto per andare per la via drita, el se ne vada per la via de Zenoa et da Provenza dalla prefata serenissima mayestate del Re per exequire quanto luy ha a fare. Bene vogliamo pregare essa vostra magnificentia che gli piacia volere fare la nostra scusa per soe littere alla prefata mayestate della tardità de questo nostro ambaxatore, acciochè non ne pigli admiratione et che non lo imputi ad niuna altra cosa, se non ma alle raxone dicte de sopra, del che ne fariti piacere singulare. Piacia alla magnificentia vostra mandare l'alligatalettera alli predicti ambaxatori Fiorintini, quali non dubitiamo saranno dalla mayestà del Re, quale è importante al stato nostro. Data in castris nostris apud Calvisanum, die xiiii novembris 1452.
Iohannes.
Iohannes.