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930. Francesco Sforza a Perino dei marchesi di Incisa 1452 novembre 23 Gambara

Francesco Sforza ringrazia Perino dei marchesi di Incisa per l'informazione di quanto ha detto e fatto magistro Vasso, medico del marchese di Monferrato. Si dice a conoscenza del salvacondotto richiesto dal Balivo. Gli fa sapere che il luogotenente di Alessandria l'ha avvertito che gli ambasciatori del marchese di Monferrato sono arrivati dal re di Francia: gli chiede di rifeirgli quanto verrà a sapere di loro. Suo pensiero è di mandare da quelle parti il Colleone, malo ha trattenuto perché i nemici sono ancora tutti insieme, per cui tutto viene rinviato a quando i nemici si divideranno in varie stantie. Gli fa avere le lettere nel modo che gli ha indicato il conte Gaspare. Gli chiede di ringraziare il Balivo per quanto ha detto in suo favore a Vasso.

[ 340r] Magnifico militi dilectissimo nostro domino Petrino ex marchionibus Incise.
Habiamo inteso quanto per le vostre de dì octo e xiiii del presente ne haveti scripto de quanto è sequito in quelle parte et quanto ha dicto e facto quello (a) magistro Vasso, medico del marchexe de Monferrà: ne restiamo pienamente advisati e non accade dire altro, si non che ve ne commendiamo molto. Similmente restiamo advisati del salvoconducto impetrato per lo magnifico Baylì, et non accade fare altra resposta. Alla parte ch'el dicto marchexe aspectali ambassatori della mayestate del Re de Franza, dicimo che per lo locontenente nostro de Alexandria siamo advisati como dicti ambassatori sonno arivati là, li quali, siamo certi, debiano fare bon fructo, pur, nondimeno, de quanto intendereti delà nuy haveremo caro esserne advisato da vuy. Alla parte che ne recordati, vogliamo mandare delà qualche uno delli nostri, et cetera, per chiareza vostra ve advisamo como nuy havimo ordinato già più dì sonno de mandare dellà el magnifico Bartolomeo Colleone cum li suoy, et già gli saria venuto, ma perché li inimici nostri pur sonno anche insieme, non l'havimo lassato partire, aspectando pur de vedere quello vogliano fare dicti inimici, li quali, ve certificamo, se scortichano e loro e li cavalli, et ne more como cane, pur, per la extrema necessità loro, credimo andarano subito alle stantie, et da poy nuy mandarimo in là el predicto Bartolomeo cum tale commissione che siamo certi vi piacerà. Vi mandiamo qui alligate alcune lettere spazate in bona forma, secondo ch'el conte Gasparro ne ha rechiesto per parte vostra. Non ve rincrescha rengratiare per parte nostra el magnifico Baylì de quanto luy ha dicto e facto cum magistro Vaso in nostro favore, perché nuy l'havimo havuto grato et acceptissimo. Ex Gambara, die xxiii novembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.


(a) Segue vostro depennato.