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933. Francesco Sforza a Giovanni Filippo Fieschi 1452 novembre 25 Gambara

Francesco Sforza ridice a Giovanni Filippo Fieschi la soddisfazione sua per l'intesa da lui raggiunta, per contemplatione ducale, con il doge. Per completo suo appagamento è necessario che Giovanni Filippo perseveri in quello sincero e bono animo che ha mostrato fino al presente. Considerato il fatto che Filippo Spinola non desiste dai suoi malvagi comportamenti, sollecita Giovanni Filippo a volerlo convincere a cambiare condotta e ad avere altri rapporti con il doge e la comunità di Genova.

[ 342r] Magnifico tanquam fratri nostro carissimo domino Iohannifilippo de Flisco, Lavanie comiti.
Per altre nostre ve habiamo scripto del piacere et consolatione che havimo havuto del accordio seguito fralo illustre signore messer lo duxe et la magnificentia vostra, al quale havimo veduto e cognosciuto quanto liberalmente siati venuto per contemplatione nostra, et maxime per quello che ne ha referito domino Sceva, della qualcosa ve ne rengratiamo quanto sapemo e possemo, et benché siamo certi che bisogna, ad satisfactione del'animo nostro, pregamo e confortamo la magnificentia vostra che gli piacia perseverare in lo dicto accordio cum quello sincero e bono animo che ha facto fin al presente, consyderato in quanto acconcio et commoditate redunda al facto nostro, como siamo certi che lo ha magnificentia vostra per soa prudentia debbia molto ben iudicare.
Ulterius credimo che la magnificentia vostra habbia inteso et intenda molto bene li modi che ha tenuti e tene al presente Filippo Spinola cum li suoy sequaci. Nuy gli havimo scripto e mandato a dire più volte, como siamo certi che siati informato, ch'el volesse tenire altri modi che quelli luy tene, et fin qui luy non ne ha facto cosa alcuna, anzi continuo ha perseverato de male in pegio. Pertanto pregamo la magnificentia vostra che gli piacia de servare tucte quelli modi e vie che gli pareno con lo dicto Filippo, ch'el non voglia tenire quelli modi che luy ha tenuti per lo passato, immo che con lo illustre signore duxe et magnifica communità de Zenoa voglia cum li dicti suoy sequaci vivere pacificamente et non fare altre novitate, ma tenire le strate (a) nette et secure, perché ultralo ma(n)camento che ne segue ad nuy, ne resulta in grandissimo damno et preiuditio per respecto del'intrate nostre. Ex Gambara, die xxv novembris 1452.
Persanctes.
Cichus.


(a) Segue nostre depennato.