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945. Francesco Sforza a Niccolò Soderini 1452 novembre 28 Gambara

Francesco Sforza ringrazia Niccolò Soderini, oratore fiorentino a Genova, per la vigilanza e la sollecitudine che ha per il bene pubblico. Ha inteso dalle sue lettere tucte le particularitate della lega, dei modi che usa con il doge e i cittadini e di quanto ha discusso e proposto. Di tutto ha parlato con l'oratore genovese e con Sceva: da essi apprenderà la volontà sua. Lo ringrazia per avergli riferito quanto hanno detto i Fiorentini provenienti dalla Barberia e, in particolare, della buona relazione che ha fatta al suo re l'ambasciatore di là che è stato in visita a Milano. Gli chiede che, se sapesse di qualcuno che deve andare da quelle parti, voglia scrivere a quel re, a nome dei Fiorentini e suo, per sollecitarlo alli favori et adiuti ... de qua. Gli segnala che sul suo fronte i nemici sono andati alle stantie e che Sceva lo informerà di tutto quello che ne seguirà.

Magnifico tanquam fratri et amico nostro carissimo Nicolao Soderino, oratori Florentino Ianue.
Respondendo a quanto prudentissimamente per doe vostre littere de dì xii e xviii del presenti ne haveti scripto, rengratiamo la magnificentia vostra de quanto l'ha operata et opera continue e della vigilantia e solicitudine che usi per lo bene publico. Dellaliga nostra havemo inteso tucte le particularitate se contengono in esse littere et li modi haveti servati cum quello signor duxe e citadini, et quello haveti proposito e rasonato, commendiamo la diligentia vostra. Habiamo rasonato al tucto con questo oratore Zenovese e cum domino Sceva, quali retornano informati della mente nostra; et tucto intendereti dal dicto domino Sceva particularmente, perhò non ne pare exstendere altramente in questo.
Alla parte de quello ve hanno referito quelli vostri Fiorentini che vengono de Barbaria della bona relatione ha facta al re delli Tunesi quello suo ambassatore, quale vene a Milano, rengratiamo e commendiamo la magnificentia vostra del adviso quale ne ha dato. Confortiamo la magnificentia vostra che, s'eI va niuno in quelle parte, la voglia scrivere per parte de signori Fiorentini e nostra al dicto Re o ad altri, confortando esso Re alli favori et adiuti nostri de qua, secondo parerà alla magnificentia vostra rechieda el bisogno.
Delli progressi de qua non accade altro avisare. Li inimici hanno facto deliberatione de andare alle stantie. Como gli serano andati e de quello che seguirà, domino Sceva venirà informato del tucto. Ex Gambara, die xxviii novembris 1452.
Leonardus.
Cichus.