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959. Francesco Sforza a Nccolò Soderini 1452 dicembre 8 Cremona

Francesco Sforza assicura Nccolò Soderini, oratore fiorentino, d'aver inteso quel che è successo dopo le partenze di Bartolomeo da Levanto, oratore genovese, e di Sceva. Sono arrivati da lui gli oratori fiorentini, reduci dal re di Francia. Si sono pure portati da lui gli ambasciatori francesi, l'arcivescovo di Tours e Giovanni Cossa, e gli hanno riferito della commissione avuta dal re per l'accordo dei signori del Monferrato con lui: sollecitarli ad accostarsi alle cose iuste et honeste, altrimenti il re interverrebbe per far loro riconoscere i loro errori. Fra quattro o cinque giorni si metteranno in viaggio per Firenze. Crede che già sappia della conquista di Cerreto, da suo fratello Alessandro fatta poi presidiare da uomini e fornire di quel che occorre. Restano da prendere il ponte e le bastide erette dai Veneziani sopra l'Adda, ma sono ben sorvegliate da terra da gente a cavallo e a piedi e, in acqua, da galeoni e redeguardi, per cui saranno obbligati ad arrendersi a discrezione. Tiberto Bertolino si è unito a lui con grande e bona compagnia de gente da cavallo e da pede.

Magnifico tanquam fratri nostro carissimo Nicolao de Soderinis, oratori FIorentino.
Per la vostra de 28 del passato havimo inteso quanto è seguito là dopoy la partita de domino Bartholomeo delevanto, oratore de quella magnifica communità, et de domino Sceva, del che ne remanimo accompimento advisati et ve ne lodiamo e rengraciamo grandemente. Li dicti oratori sonno retornati là, como havereti inteso, dalli quali havereti inteso quello che hanno reportato, siché circa questa parte non se curamo dire altro.
Li magnifici oratori Florentini, quali vengono dalla mayestà del re de Franza, sonno arivati da nuy, como havereti inteso, et de quanto loro habiano reportato non se curamo darvene adviso, perché siamo certi che per littera sual'havereti inteso.
[ 352r] Da poy sonno venuti qui da nuy li ambassatori d'essa mayestate, cioè lo reverendissimo monsignore arcivescovo de Tours e lo magnifico Zohanne Cossa et ne hanno refer(i)tto quanto hanno havuto (a) in commissione dalla prefata mayestà per lo facto del'accordio frali signori de Monferrato et nuy, et la commissione è stata in persuadere e confortare che vogliamo pigliare accordio cum li dicti signori de Monferrato, accostandosse loro alle cose iuste et honeste, et ne haveria grandissimo piacere, ma che quando non se volesseno accostare alle cose honeste, che la mayestà gli faria contra per farla recognoscere delli suoy errori. Li dicti ambassatori dengono partire per andare ad Fiorenza, et fra quattro o cinque dì partirano per andare là.
Per la nostra e poy per altra via, siamo certi che havereti inteso como nuy habiamo havuto la forteza de Cerreto che tenevano Venetiani dal canto de qua d'Adda, et Alexandro, nostro fratello, l'à fornita de gente et de tucto quello bisogna. El ponte e quelle bastide contra Cerreto, che havivano facto fare questa estate Venetiani sopra Adda non sonno ancora havute, ma gli havimo facto tale e sì facta provisione per terra con gente d'arme da cavallo e da pede et per aqua cum galioni e redeguardi che per alcuno modo non possono havere più succurso, et per viva forza gli bisogna venire in nostre mane a dicretione.
Ulterius, perché siamo certissimi che ne havereti piacere e consolatione, ve advisamo como el magnifico domino Tiberto Brandolino hieri vene dal canto nostro et ha menato con sì dal canto de inimici una grande e bona compagnia de gente da cavallo e da pede, et domatinalo aspectiamo, che deve venire qui da nuy, et de quello seguirà ve ne advisaremo. Ex Cremona, viii decembris 1452.
Persanctes.
Cichus.


(a) havuto in interlinea.