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970. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 dicembre 14 Gambara

Francesco Sforza informa Sceva de Curte, consigliere e oratore ducale a Genova, che Tiberto con la sua compagnia di milleduecento persone, tra uomini a cavallo e a piedi, è passato dai Veneziani a lui, anche se, per il momento, per honestare lo facto suo, si porta a Mirandola. Siccome sa quant'è digiuno di danaro, faccia pressione sul doge e su quella comunità perché gli diano il resto dei denari.

Spectabili militi iuris utriusque doctori domino Sceve de Curte, consiliario et oratori nostro dilectissimo, Ianue.
Como siamo certi havereti inteso, nuy ve advisamo como, questi dì passati, è partito dal canto de Venetiani et venuto dal nostro domino Tiberto con la compagnia soa, che sonno persone più de mille ducento, (a) fra da cavallo e da pede, il quale, per honestare lo facto suo se ne va alla Mirandola, tamen vuy doveti essere certo, et ogniuno altro, che esso non ha ad essere più homo de Venetiani.
Apresso, vuy sapeti il gran bisogno havimo del denaro per sustentare queste gente. Pertanto, volemo debiate essere con lo illustre signore duxe et con quella magnifica communità et sollicitare che nuy habiamo quello nostro resto de denari. In questo usati ogni diligentia e solicitudine, avisandone de tucto como havereti facto. Ex Gambara, xiiii decembris 1452.
Zanettus.
Iohannes.


(a) Segue con la compagnia soa depennato.