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974. Francesco Sforza al referendario di Alessandria 1452 dicembre 13 Cremona

Francesco Sforza rimprovera il referendario di Alessandria per non aver curato di soccorrere con i beni dei ribelli della città quelli di Cassine che, per laloro fedeltà al duca furono scacciati dalle loro case, non solo, ma per aver beffeggiato coloro che portavano le lettere ducali dimostrando di paventare più i nemici che il duca. Se non provvederà ai predetti di Cassine, interverrà lui come meglio gli parerà.

[ 357v] Nobili viro referendario Alexandrie nostro dilecto.
Per più nostre littere te habiamo scripto che a quelli da Cassine quali per esserne fideli et servidori sonno fora de casa soa, gli dovesse providere delli beni delli citadini nostri rebelli de quella nostra cità. Delle quale nostre littere ne pare che non solum ne habbi facto pocha estima, ma a quelli portarono nostre littere gli ha dicto de sopra parole inhoneste et pare che tu habbi più tema et faci maiore estima de nostri inimici cha de nuy, al che non volimo dire altro. Bene te advisamo che se sentiamo più che alli predicti da Cassine non habbi facto debita provisione, como per le nostre littere te scripsemo, provederemo a questo como a nuy parerà meglio, perché ne sarà forza demonstrare che ne sia rencresciuto tali modi e deportamenti. Ex Cremona, xiii decembris 1452.
Marchus.
Cichus.