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980. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1452 dicembre 19 Cremona

Francesco Sforza si compiace con Giorgio de Annone, luogotenente di Alessandria, per aver mandato Bernabò Confalonieri a fare la scorta a Tortona. Precisa che non occorre più dare legna a quei soldati, perché essi sono destinati altrove. Dopo la conquista, avvenuta ieri, del ponte e delle bastite di Cerreto, manderà di là tanta gente che si avrà legna e altro per niente. Vuole che si renda giustizia a Giovanni Breno. Se Pasquarello da Napoli si sistema con i nostri, va bene, ma se vuole andare via, deve dare garanzia che per un anno almeno non se ne andrà dai nemici.

Spectabili viro Georgio de Anono, locontenente Alexandrie dilecto nostro.
Respondendo a una toa data a xii del presente, et solamente alle parte necessarie, dicimo ch'el ne piace habii mandato Bernabò Confanonero a fare le scorte a Terdona. Quanto alla parte delle legne da dare a quelli soldati, dicemo ch'el non bisognerà dargli delle dicte (a) legne, perché bisognerà che quelli soldati vadino altroe, avisandote che havuto el ponte et bastite de Cerreto, quale hebbemo hieri matina, nuy mandiamo dellà tante gente che sarano sufficiente andare in loco che haverano delle (a) legne et del'altre cose per niente. A quello Zohanne [ 359r] Breno siamo contenti e volimo se gli facia rasone. Quello Pasquarelo da Neapoli, siamo bene contenti ch'el se acconzi con alcuni di nostri, ma volendose partire, volemo che la securtà sia de non condurse con li inimici fine al termino de uno anno almanco. Alle altre parte non accade resposta. Ex Cremona, xviiii decembris 1452.
Irius.
Cichus.


(a) Segue gente depennato.