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99. Francesco Sforza ad Alberto Visconti e Puppo de Pixis 1452 gennaio 22 Lodi

Francesco Sforza crede che Alberto Visconti e Puppo de Pixis, condottieri ducali, sappiano che Andrea Albanese e Albanese, uomini d'arme della loro squadra, sono stati colti mentre con quattro cavalli, due per ciascuno, trasportavano biada senza licenza per cui il capitano del Novarese tolse loro i cavalli, poi restituiti su istanza di Luigino Bosso. Li avverte che se i due o altri dovessero compiere lo stesso reato verrebbero puniti a dovere e si troverebbe nell'imbarazzo di imputare ai condottieri la tolleranza di tali inganni degli ordini.

[ 33v] Alberto Vicecomiti et Puppo de Pixis, armorum et cetera.
Siamo certi sareti avisati como Andrea Albanese et l'Albanese, homini d'arme della squadra vostra, conducevano biava senzalicentia e contral'ordini nostri, et lo nostro capitaneo de Novarese gli ha tolto quattro cavalli, cioè duy per qualuncha d'essi, et cussì sonno caduti in gravissime pene, segondo el tenore delle gride nostre. E tanto più quanto che loro doveriano prohibere le fraude et ingani nostri, et loro le commetteno. Nondimeno, ad instantia et preghere del'egregio cavallero misser Aluysino Bosso siamo stati contenti de farli restituire li cavalli per questa fiata, et cussì havemo scripto al dicto capitaneo che gli li restituisca, avisandove bene che se questi, o veruno altro della dicta squadra, commetterano simile defecto, ne farimo tale punitione che serà exemplo a tuctala squadra, et ultra ciò non saperimo a chi darne più imputatione che a voy, se comportati li nostri ingani. Data Laude, die xxii ianuarii 1452.
Cichus.