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994. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 dicembre 25 Cremona

Francesco Sforza vuole che Sceva de Curte, consigliere e oratore ducale, solleciti il doge e l'officio delle cose di Lombardia perché mandino due ambasciatori, dei quali uno sia Bartolomeo delevanto, competente delle cose di qui, per discutere di quanto hanno detto gli ambasciatori fiorentini con i quali lui (duca) non si è espresso in assenza di quelli genovesi con i quali verrà pure lui Sceva, e giunti a Pavia si informino dov'è lui (Cremona, Lodi, Milano) per raggiungerlo dove si trova.

[ 364v] Spectabili militi et doctori domino Sceva de curte, (a) consiliario et oratori nostro dilectissimo, Ianue.
Havereti veduto quanto havimo scripto a quello illustre signore duxe et al'officio della venuta qui delli magnifici oratori fiorentini, et de quanto loro ne hanno dicto et como nuy non gli havevamo dato altra resposta, perché aspectavamo ch'el prefato signore duxe et officio mandasse qui da nuy suo ambassatori. Pertanto volimo che solicitati che li dicti ambassatori vengano et che per uno gli venga Bartolomeo dalevanto, como homo pratico et informato delle cose de qua, et vuy venati insieme cum loro et faciti la via da Pavia, perché, como sareti lì, sapereti se nuy sarimo qui o alode o a Milano et lì dove sarimo veneriti. Ma sopra tucto solicitati cum ogni vostro studio et diligentia de venire subito cum li dicti ambassatori. Data Cremone, die xxv decembris 1452.
Persanctes.
Cichus.


(a) Segue ora depennato.