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103. Francesco Sforza al vescovo di Parma. 1452 gennaio 12 Lodi.

Francesco Sforza rifiutando le scuse del vescovo di Parma per i cinquanta ducati richiesti invece del bue grasso, e non pagati, gli ricorda i bisogni ducali, ora urgenti per la venuta dell'imperatore, e lo esorta a provvedere alla somma richiesta.

[ 27v] Domino episcopo Parmensi.
Habiamo inteso quanto la reverentia vostra ne ha circa la richesta de quilli cinquanta ducati li habiamo facto per scontro del bove grasso del Natale et le scuse ch'ella aduce, le quale nel vero non ne pare de admettere al presente, perché el bisongno vostro non è de comparare cum el vostro, et maxime per questa vinuta dello serenissimo (a) Imperatore, la cui Mayestà deliberavamo visitare et honorare como è nostro debito; et considerato questo, se rendevamo certi che, senza essere richesta, da se stessa, ultro se fusse offerta la prefata vostra reverentia ad adiutarci. Pertanto la confortiamo et caricamo che (b) subito et senza più dificultà vogli metter modo al dicto pagamento come per l'altre nostre habiamo scripto. Ale altre parte che ce ricordate, al presente non achade altra risposta. Data Laude,die xii ianuarii MCCCCLII.
Cichus.

(a) serenissimo in interlinea.
(b) Segue susi depennato.