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1053. Francesco Sforza a Sigismondo Pandolfo 1452 ottobre 28 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive a Sigismondo Pandolfo di aver saputo da Francesco Gentile e da Luca della sua situazione e gli conferma che in questi giorni Diotesalvi, ritornato a Firenze, farà che si provveda ad accontentarlo e di certo avrà quel che gli spetta. Circa Roberto da Messina, conferma che mai, se l'avesse saputo, avrebbe ammesso che un ribelle fosse in quel di Pesaro. Ha chiesto ad Alessandro e a Sveva che, capitandogli tra le le mani, lo castighino come si conviene. Ha scritto a Milano di fare quattro berretti alla foggia sua che poi gli manderà. Le carte richieste a Bianca Maria, le farà fare a Cremona.

Magnifico domino Sigismundo Pandulfo.
Havimo inteso quello che ne ha scripto Francesco Gentile, nostro famiglio, et etiamdio signore Luca ne ha detto per parte dela signoria vostra circa el facto del suo spazamento; al che, respondendo, benché esso signore Luca et etiamdio Francisco predicto siamo certi ne avisarano la signoria vostra, non di meno l'avisarimo anchora noi et l'avisamo como in questi dì nostro compare Detesalvi é retornato ad Firenza et havemoli commesso, et cossì gli havimo replicato, et replicarimo de novo per forma ch'el se prenderà ordine al spazamento dela signoria vostra et tale, di che resterite ben contento, perché conoscemo che l'è debito che cossì se faza, et non mancharimo in cosa alcuna, aciochè essa vostra signoria consequa el debito suo. Et de questo datevi de bona voglia.
Ala parte de Roberto da Messino noi non sapevamo zà ch'el praticasse su quello de Pesaro che, se l'havessimo saputo, non l'haverissemo patito perché non é honesto che uno rebello dela signoria vostra stia neIe terre nostre. Però havimo scripto ad Alexandro et a madonna Sveva che non gli lo lassino stare per modo alcuno, immo, capitandoli ale mane, lo debiano castigare come merita et come debbe essere castigato uno rebello dela signoria vostra. Et cossì siamo certi farano perché, essendo rebello dela signoria vostra, reputamo sia nostro.
Al facto dela berrecta havimo scripto ad Mediolano che ne siano facte quatro ala fogia vostra, le quale, come siano facte, manderemole ala signoria vostra.
[ 264r] Similmente li mandarimo le carte rechieste a madona Biancha, quale facemo fare a Cremona, perché noi havimo pur comodità qui a farle fare che non haveria la signoria soa. Ex castris apud Calvisanum, die xxviii octobris 1452.
Irius.
Cichus.