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1061. Francesco Sforza a Boniforte,commissario di Pontremoli 1452 ottobre 31 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza precisa a Boniforte, commissario di Pontremoli, che quella comunità non avrà da sopportare alcuna gravezza di spesa per i dieci fanti armati di balestra che deve mandare da Caterina, donna di Fiasco, in difesa della rocca di Tiziano e che verranno pagati sul posto quando l'avranno raggiunto. Si compiace poi per l'accoglienza fatta a monsignore Eduense, diretto a Roma.

[ 265v] Boniforto, commissario Pontremuli.
Havemo recevuto toa lettera, et inteso quanto ne hai scripto del facto deli dece fanti balestrieri de quella nostra terra, quale quella communità per le altre graveze non pò mandare nella rocha de Tizano, secundo havimo scripto; respondendo ti dicemo che noi non havimo rechiesti dicti fanti per darne graveza alchuna ad quella nostra communità, ma per havere gente fidata in la dicta rocha perché, gionti lì, sariano pagati debitamente et per modo se haviriano ad contentare. Però volimo subito, recevuta questa, senza alcuna tardeza, debbi trovare dicti dece fanti armati de balestre et che siano sufficienti et fidati et mandarli alla dicta rocha de Tizano perché, como havimo dicto, sarano pagati et satisfacti integramente del debito loro et havirano a fare tucto quello li serà ordinato per madonna Caterina, donna de Fiasco, nostro conductero.
Del'honore et bone acoglientie hai facte al reverendissimo monsignore Heduensis quale è passato dellì per andare ad Roma, te ne commendiamo grandemente, et hai facto benissimo, perché non mancho lo havimo caro che si l'havessi facto a noi proprio; siché di questo non dicemo altro. De dicti fanti, como havimo dicto, non volimo ne daghi graveza alcuna ala dicta communità, ma che li trovi ti et li mandi, perché sarano pagati.
Ex castris apud Calvisanum, die ultimo octobris 1452.
Christoforus.
Cichus.