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1075. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano. 1452 novembre 8 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza comunica a Oldrado Lampugnani, parlato con il Colleoni a proposito di Giovanni Grosso, detto Visiolo, tenuto in prigione, ha scoperto che lui, ignaro di tutto, non avrebbe mai chiesto la grazia per Giovanni e perciò ordina sia rimesso tra i giustiziati di Casalmaggiore. Gli ripete di volere che gli innocenti siano mandati da lui perché, se ne ritornino a casa contenti e consolati dal duca. Sollecita l'invio a Cremona per due malfattori e lo avverte che Giovanni Bono è stato mandato a Casalmaggiore per prendere e mandargli gli imputati, non avendo il locale podestà l'animo di farlo.

[ 268v] Domino Oldrado de Lampugnano.
Non obstante quanto per altre nostre de data iii de presente ve habiamo scripto che non dovesti innovare altro contro Zohanne Grosso dicto Visiolo, ma che lo dovesti tenere impresone perché, ad instantia del magnifico Bartholomeo Culione, havevamo facta gratia al dicto Zohanne, per questa ve decemo che tale lettera processe per errore, non credendo noi che Iohanne Visiolo fosse Zohanne Grosso, et cossì, havendone dicto da poi con lo magnifico Bartholomeo dela conditione soa et del tractato haveria commesso, respuse non havere havuto tale notitia et che, havendolo saputo, non ne haveria parlato, et che per niente non intendeva havere né dicto, né parlato per luy. Siché intendimo et volimo che sia iustitiato et che non sia uno de quelli doi o tre che retenerite a fare iustitiare lì, como per un'altra vi scrivemo responsiva ad una vostra, ma volimo che dicto Zohanne Grosso sia uno fra li altri de quelli saranno iustitiati ad Casalmazore como uno deli principali del trattato. Et cossì volimo che fazati et è nostra intentione.
Al facto deli nominati et incolpati, como per altre vi habiamo scripto, volimo che quelli, quali non se trovarano colpevoli, che siano lassati andare et retornare ad casa soa, aciò siano recognosciuti per boni et bene tractati, et che li boni siano tenuti per boni et li captivi siano tenuti et tractati per captivi. Bene ne miravigliamo che non intendimo che ancora quelli doi malfattori erano ad Cremona non siano ancora stati conducti là et che se mandino una cum li altri a fargli rasone. Il perché, non siando anchora conducti lì appresso alli altri, vogliati sollicitare siano subito conducti et factoli rasone, intendendo, imperò, che quelli imputati, quali non se troverano colpevoli, siano mandati qua da noi aciochè loro, confortati da noi, li remandiamo a casa loro ben contenti e consolati, aciò habia casone de attendere a ben fare et vivere bene. De quelli imputati, quali haveti scripto al potestà de Casalmazore che ve mandi, al quale potestà non basta l'animo a pigliarli et mandarli, dicemo (a) che noi gli mandiamo Zohanne Bono là al quale havimo commesso li faza pigliare et che ve li mandi, ali quali farite rasone et iustitia. Ex castris apud Calvisanum, die viii novembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) dicemo ripetuto.