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1080. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 novembre 12 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza informa il podestà di Piacenza che tra gli estromessi da Lodi l'estate scorsa vi era Petrone da Lodi, confinato ad Arona, al quale lo Sforza ha concesso, su sua richiesta, di rimanere in campo fino al presente, quando Petrone gli ha chiesto di andare a Piacenza e nel Piacentino e starvi fino a quando il duca gli consentirà di far ritorno a casa. Il duca scrive al podestà di lasciarlo da quelle parti con la garanzia di presentarsi davanti a lui ogni quindici giorni o di essere nel Piacentino o a Piacenza, posti che non abbandonerà senza uno scritto ducale.

[ 269v] Potestati Placentie.
Questa estate passata forono facti certi usciti de Lode per bono respecto, tra quali ne fu uno chiamato Petrone da Lode, al quale fu deputato per confine et luoco de Arona; de che lui, dove doveva andare ad Rona, venne da noi in campo et dixe che voleva stare apresso de noy prima che andare ad Rona, et noy fossemo contenti, et è stato qua infino ad questo dì. Mò lui ne ha recercati et facto instantia che lo lassassimo stare o in Piasenza o in Piasentina per fino ad noi parerà che retorni a casa soa, de che noi siamo remasti contenti, et cossì luy con questa nostra lettera vene là. Vogli adoncha lassarlo pacificamente stare et praticare, voglia in Piasenza o in Piasentino, dal quale, però, volimo pigli idonea cautione che lui se apresentirà denanzi da ti ogni quindesi dì una volta, overo te farà fide che serà in Piasentino o in Piasenza, et non se absenterà da Piasenza, né dal Piasentino per modo alcuno senza nostra expressa licentia in scripto. Ex castris apud Calvisanum, die xii novembris 1452.
Ser Iohannes.
Iohannes.