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1088. Francesco Sforza a donna Giovanna di San Severino 1452 novembre 16 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza dice a Giovanna da Sanseverino di non concordare con la proposta di una tregua per Colorno e di averne detto le ragioni a Roberto, suo marito, dal quale sarà informata, e per i cittadini di Parma e per le inimicizie che ne deriverebbero. Cerchi, invece, di avere, anche se difficile, rapporti amichevoli. Per compiacerla, ha da to un suggerimento a Roberto che le dirà personalmente a voce.

[ 271r] Domine Iohanne de Sancto Severino.
Havimo recevuto vostra lettera, et inteso quanto ne scrivite dela tregua vorresti per Colornio et le rasone ne alligate, per le quale ve pare debiamo restare contenti de concedere dicta tregua. Vi respondemo, como etiandio havimo resposto a boccha ad domino Roberto, vostro consorte, che dicta tregua non se affaria né per noi, né per voi per multe casone et rasone havimo dicte ad dicto Roberto, dal quale sareti a pieno informata, et maxime per la displacentia ne haveriano la nostra communità et cittadini de Parma et per le inimicitie vi ne haveriano ad sequire, che non se affaria per voi de havere inimicitie con dicti cittadini per conditione alcuna. Immo ne pare cercati et studiati per ogni via havere l'amicitia et benivolentia di quelli cittadini, nondimeno, benché, per le casone predicte, ne sia molto difficile, tamen siamo rimasti contenti per compiacervi che, ad questa cosa se daga quella forma, quale a bocca havimo dicta al dicto domino Roberto, ma che se governi questo facto con tale prudentia et sagacità che altri, che voi et lui et noi, non lo sappia, come largamente lui ve advisa de nostro ordine. Ex Gambara, die xvi novembris 1452.
Christoforus.
Cichus.