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1103. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano (1452 novembre 19 Gambara)

Francesco Sforza ricorda a Oldrato Lampugnani di aver ordinato a Filippo degli Eustachi, commissario ducale dei galeoni, di reclutare uomini e dai feudatari e dai signori separati per equipaggiare i galeoni che ha contro Brescello. Saputo della renitenza fatta da Filippo di San Vitale, dal marchese di Soragna, da quelli di Torricella e del Parmense, lo Sforza ingiunge a Filippo di pretendere da tutti di dare gli uomini richiesti o di farne il pagamento corrispondente. In caso contrario, procederà contro loro con quella pena che gli parerà da applicarsi alla Camera ducale.

Domino Oldrado de Lampugnano.
Ali dì passati commettessimo per una nostra patente ad Filippo de Eustachio, nostro commissario de galeoni, che, attente le molte spese che ne occorrono per le quali a noi era difficile mantenere quella armata de nostri denari, commandasse tanti homini de nostri subditi, tanto de feudatarii et nobili soperati, come li altri, per mantenere quelli galeoni che havemo armati contra Bersello, secundo a lui parevano necessarii. El quale Filippo ne scrive che alchuni luochi et nobili de Parmesana sonno stati inobedienti ad mandare quelli homini ha lui ha recercati, non senza preiudicio de quella nostra impresa; dela quale cosa molto ne siamo meravigliati et assai ne dolemo che la nostra commissione sia stata in malo obedita da quelli a chi è stato facto el commandamento tra li quali, ne dice, sonno el conte Stefano de San Vidalo, marchese de Soragna, quelli da Torricella, de Parmesana et altri, secundo dicto Filippo ve avisarà. Et perché nostra intentione è che li nostri commandamenti et de nostri officiali, quali hanno commissione da noi, siano exequiti senza alcuna renitentia, volimo, et per questa vi commettemo che debiati immediate astrengere tucti ad mandare senza dimora li homini ad loro commandati, overo al pagamento de loro. Et se alcuno serà retrogrado, imponendoli prima la pena che vi parerà, applicando alla nostra Camera, procederite contra luy a quella pena senza remissione, perché prima vorriamo essere senza signoria che senza obedientia. Data ut supra.
Ser Theseus.
Cichus.