Registro n. 14 precedente | 1105 di 1952 | successivo

1105. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1452 novembre 20 Gambara

Francesco Sforza affida al Regolatore e ai Maestri delle entrate la decisione sulla richiesta della comunità di Piacenza di lasciarle il dazio della "statera" e della macina evitando di metterlo all'incanto. La stessa comunità fa presente che per l'assenza di tali dazi la città si è ripopolata e ripristinadoli, molti si assenterebbero e diminuirebbero le entrate dei dazi della mercanzia e di tutti gli altri. Il duca, osservando che alla Camera ducale non interessa il momentaneo piccolo incremento di entrate che deriverebbe da detti due dazi, manda a Milano Bernardo Bottone, uno degli ambasciatori della città, per esporre le ragioni della comunità. Decidano con celerità, tenendo presente che ha imposto al referendario di Piacenza di soprassedere all'incanto dei due dazi; in assenza di Bartolomeo Trovamala, ascoltino quello che Bernardo Bottone dirà circa la tassa del sale che Trovamala ha imposto a cittadini abitanti fuori della città e anche su questo provvedano.

Regulatori et Magistris intratarum.
La communità de Piasenza ha mandato da noi soi ambasiatori per li quali ne hanno mandato ad recercare che li vogliamo compiacere de concedergli et lassargli el datio della statera e della macina quali de vostro ordine se devono incantare, allegando loro che incantandose et deliberandose dicti datii, cedeva ad grandissimo detrimento et desfactione de quella città et etiam delle intrate nostre perché, per casone de tali datii, che non hanno havuto loco nel pasato da uno tempo in qua, gli sonno venuti multi homini ad habitare in quella città, per modo che la città è refacta et molto populosa et che, quando dicti datii debbino havere luoco, se partiranno multi homini dela città, per la absentatione delli quali verranno ad mancare (a) le intrate deli datii della mercantia et cossì de tucti altri, unde venirà ad essere più lo pezoramento et manchamento delle intrate che non sarà el miglioramento et boneficatione delli dicti doi datii. Il perché, siando nostro desiderio de bonificare et ampliare et beneficiare dicta città et restaurarla che se vegna ad gaudere et magnificare et a relevarsi de danni passati, et ad questo havimo mectuto et mectimo ogni nostro studio et ingegno, havimo commesso ad Bernardo Bottone, uno delli ambasiatori [ 277r] della dicta communità, che vegna da voi ad informarvi della importantia et qualità de dicti datii et dirvi queste rasone a bocca quale ha dicto ad noy. Et trovando voi che dicti datii siano casone de grande preiudicio et interesse de quella communità, quando ben cedesse qualche poca utilità et emolumento alla Camera nostra, siando noy como havimo dicto de intentione piutosto de ampliare et bonificare dicta città con qualche poco de mancamento dele intrate dela Camera nostra, cha consequire emolumento et fructo con detrimento et ruyna de quella città perché, per bene che al presente se havesse qualche intratella de tali datii, et bonificandosi la città venirano tanto più ad bonificare quelli et li altri datii che haverà per l'avenire, cedere intanto mazore utilità dela Camera nostra, pertanto havimo dirizato dicto Bernardo da voy perché intendiate da luy a bocca quanto de sopra havimo dicto et inteso, el tucto ne vogliati advisare del vostro parere, advisandovi che havimo scripto al referendario de Piacenza che voglia soprasedere alla deliberatione de dicti datii fine che habia lettera da voi o de noi; siché vogliati de ciò subito advisarne. Item dicto Bernardo ve dirà de certa tassa de sale, quale dice essere stata posta ad certi cittadini habitanti fuora della città per Bartholomeo Trovamala. Et perché credimo che dicto Bartholomeo non sia lì, vogliati intendere la cosa, et provedite como vi pare. (b) Ex Gambara, die xx novembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Segue li datii depennato.
(b) Da Item dicto a vi pare a margine.