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1112. Francesco Sforza a Sceva de Curte, luogotenente di Piacenza 1452 novembre 22 Gambara

Francesco Sforza comanda a Sceva de Curte di concedere al detenuto Giacomo Cademusto da Lodi di girare liberamente per la città dietro garanzia di millecinquecento ducati d'oro di non lasciare, senza autorizzazione, la città, né tramare contro lo stato e di presentarsi una o due volte al giorno davanti all'ufficiale delle bollette.

Domino Sceve de Curte, locuntenenti Placentie.
Siamo contenti et volimo che, dando miser Iacomo Cademusto da Lodi, sostenuto appresso de voi, idonea et sufficiente securtade de millecinquecento ducati d'oro de non partirse de quella nostra città senza nostra licentia et de presentarsi ogni dì una o doe volte dal nostro officiale dele bullette lì, et de non praticare, né fare cosa alcuna contra l'honore et stato nostro, voi lo debiati relassare liberamente del carcere et darli facultà ch'el possa stare et andare per la città a suo piacere, non obstante alcune altre nostre lettere in contrario. Ex Gambara, xxii novembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.