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1118. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano 1452 novembre 25 Gambara

Francesco Sforza informa Oldrado Lampugnani dell'arrivo di Gandolfo con le disposizioni prese per il vivere delle genti sforzesche che sono lì; circa il pagamento dei venticinque uomini di Pietro Maria Rossi a Guardasone, non potendo farlo, chiede a Oldrado di prendere i denari dalle entrate di lì o nel modo che gli parrà più spiccio. Assicura Oldrado che scriverà al podestà e al castellano di Guardasone perché siano rispettosi e obbedienti e ordinerà al castellano che non accetti persona senza la sua approvazione. In merito a Angelone il duca afferma che è persona fidata e si dice certo della sua obbedienza. Spera che a Fornovovo vi sia ancora la bombarda portata da Pontremoli e, in caso affermativo, il duca chiede di dirgli la lunghezza, la grossezza e se è di ferro o metallo.

Domino Oldrado de Lampugnano.
Havimo recevute doe vostre lettere de data (a) xx et xxi del presente, et inteso quanto per quelle scriveti. Respondimo alla parte del'allozare de quelle gente nostre là, et cetera, che noi mandarimo subito là Gandulfo con li ordini se havirano ad servare et per lo viver loro.
Alla parte de quelli homini de Pietromaria che sonno ad Guardasone numero xxv, alli quali bisogna provedere del pagamento, et cetera, dicemo che noi cognoscemo molto bene che quelli homini sonno necessarii là per conservatione et secureza de quello luoco, et bisogna se proveda al pagamento loro aciochè gli possano stare. Ma perché non saria possibile per la via nostra de qua, né per la via de Milano provedergli, vogliati voi che site in su el facto fargli pagare per uno mese de quelle nostre intrate lì, o per qualche altra via, quale più expedita et più aconza vi parerà, siché per ogni modo siano pagati per un altro mese, confortandoli a star attenti et solliciti alla guardia de quello luoco.
Alla parte del potestà et castellano de Guardasone et delli modi servati per loro, et cetera, vi dicemo che ne dispiace et rencresce grandemente perché nostra intentione è che ciascuno in Parmesana vi debiano reverire et obedire quanto alla nostra propria persona. Il perché scriviamo per l'aligate in opportuna forma alli dicti potestà et castellano che vi debiano obedire in tutto quello commandarite et ordinarite quanto se fossimo noi in persona ad Parma che gli lo commandassimo et ordinassemo. Et cossì scrivemo al castellano che vi debia consignare et fare consignare el formento quale ha tolto, et che non debbia acceptare fante alcuno nella rocha che prima non ve li faza presentare, et che non ne pigli nissuno si non quelli che approvarite et consenteriti voi.
Siché gli mandarite le lettere et commandariteli quello vorreti, che vi obediranno, et non vi obbedendo, vogliati advisarne, chè cognosceriti che ne dispiaza. Ben dicemo al facto de Angilone che lui non è de quella sufficientia et sagacità che rechederia quello loco, ma de fede non poteria essere più capace, ma, a questi tempi, non se pò fare altro che non se trovano ogni volta de quelli homini che habiano tucte le bone parte in sì; niente de meno, [ 280r] tenendogli deli homeni fidati dentro, et tenendolo voi advisato et amonito delli modi ha ad tenere, non è da havere dubio de luy et saravi obediente.
Ceterum, perché intendimo che lì ad Fornonovo è una nostra bombarda quale, altra volta, siando al campo nostro ad Fiorenzola, fu conducta lì da Pontremulo, et dicta bumbarda rimase lì et non fu mai levata dellì, di che ve dicemo che mandiate, recevuta questa, ad vedere se dicta bumbarda è li, et siandogli, vogliati farla condure ad Parma et remecterla dentro della cittadella. Et vogliati deinde advisarne de che longheze et grosseza è et quanta preda porta, et se è metallina, o de ferro, et como è facta. Et de tucto chiaramente ne advisati. Ex Gambara, xxv novembris 1452.
Ser Iohannes.
Iohannes.

(a) de data ripetuto.