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1130. Francesco Sforza a Giovanni Carlo de Colletti 1452 novembre 27 Gambara

Francesco Sforza loda Giovanni Carlo de Colletti per aver dato a Matteo e ad Allegrino i denari di cui gli ha scritto, promettendogli che gli manderà un altro uomo d'arme. Scrive a Giacomo da Camerino per i denari che devono essere riscossi a Cremona. Dice poi di aver ordinato a quelli di Borgo San Donnino di pagare il carriaggio con ducati d'oro. Con la comunità di Piacenza si è accordato che gli paghino il carriaggio a marzo, quando, secondo quanto gli ha promeso Sceva, potrà essere saldato il loro debito per l'anno corrente e quello futuro con il dazio della bolla del vino.

Iohanni Carolo de Collettis.
Havimo recevute più toe lettere, ale quale, respondendo, dicemo ch'el ne piace habbi spazato Matheo et Allegrino de quelli dinari che te scripsemo, et te ne commendiamo.
Te mandarimo anchora un altro homo d'arme, quale volimo spazi similmente. A Iacomo da Camerino scriverimo per quelli denari sonno a scotere ad Cremona. Scrivemo anchora a Borgo, como nostra intentione è che debiano pagare el carrezo a rasone de ducati d'oro, como fano li altri, et cossì sollicitarai che se faza. Quanto ala parte de quello debe dare la communità de Piasenza, poiché non gli è altra via, siamo contenti aspectare essa communità per fine a marzo che vene, con questo che deli denari del datio dela bolla del vino ne satisfazano allora de tucto quello ne deverano dare, cossì del passato como de l'avenire per tucto l'anno futuro, como ne ha dicto miser Sceva che farano. Et cossì ne havimo scripto al potestà, capitaneo, referendario et commmunità de Piasenza. Resta mò che tu solleciti li altri denari, aciò se habiano con ogni celerità possibile. Ex Gambara, xxvii novembris 1452.
Irius.
Cichus.