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1141. Francesco Sforza a Bosio Sforza 1452 novembre 28 Gambara

Francesco Sforza ricorda a Bosio Sforza la liberazione del prigioniero di Poviglio fatta da Papi, cameriere ducale, dietro promessa di pagare ad Antonello Zacara, allora suo compagno, i quaranta ducati di taglia e che ora Antonello gli chiede. Il duca chiede a Bosio di intervenire in aiuto di Papi dandogli del bottino di Bazano quanto servirà ad accontentare Antonello.

[ 287r] Domino Bosio Sforzie.
Bene credamo tu sii pienamente informato de quello presone da Puiglio quale, promectendo luy de dire et fare, et cetera, Papi, nostro camorero, fece relaxare liberamente con toa licentia, però, et così de Angilo, nostro famiglio, promettendo esso Papi de pagare ad Antonello Zachara, alhora suo compagno, ducati quaranta, como dicto presone haveva facto taglia. Dicto Papi ne ha facto de presenti grave lamenta che, havendo lui facto perbene, como tu sai, quanto el fece, mò vene ad supportare grande danno perché dicto Antonello lo stringe ad pagare et exbursare denari dela dicta taglia, como già ha incommenzato, et ne ha con grande instantia pregati che vogliamo provedere alla indemnità soa siché non vengha lui il pagatore dela dicta taglia. Per la qual cosa, parendo a noi honesta la soa domanda et che saria mancho che conveniente et ragionevole che, volendo fare bene, gli ne devesse intervenire male, volimo che tu provedi alla indemnità del dicto Papi liberamente e senza alcuna retardanza né contrarietà con fargli dare deli denari del bottino de Bazano, tanti che ne possa contentare dicto Antonello per l'antedicta taglia, secundo la promessa soa, como (a) è ragionevole, advisandoti che de questa cosa ne havimo parlato con dicto Angilo il quale a questo remane contento, como per soe lettere intenderai. Gambare, xxviii novembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.

(a) como in interlinea su secundo depennato.