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1154. Francesco Sforza al podestà di Castronuovo (1452 dicembre 4 Gambara)

Francesco Sforza esprime al podetà di Castronuovo il disappunto per le difficoltà che ha frapposto ai fedecommissari, destinati da Giacomazzo ad amministrare i beni del figlio. Gli comanda di dar loro biada e altro e di consentire loro di fare dei beni di Giacomazzo quel che loro piace perché facciano quanto devono perché dei beni non vuole si perda niente e lo avverte che manda Giovanni da Sommo con il compito di esaminare le giustificazioni sue e di chi ha messo mano nell'amministrazione dei beni di Giacomazzo. Gli dice di fargli sapere il quantitativo di fieno che si trova lì e nelle possessioni di Giacomazzo.

Potestati Castrinovi.
Non possiamo se non maravigliarsi et dolerse grandemente de ti che, havendote scripto per lettere soctoscripte de nostra propria mano che daghi liberamente ogni biada et robba mobile del quondam domino Iacomazo alli fidecommissarii lassati per lui al governo del figliolo, che anche non habbi exequito et che te facci cusì renitente, como loro ne hanno facto querela; et invero ne è molto molesto, [ 289r] et de questo non possiamo prendere veruna bona coniectura di te. Per la qual cosa, replicandote, dicemo che non solamente gli daghi la dicta biava et la roba mobile, ma etiam volimo che gli lassi administrare et fare de tucte quelle cose che forono de esso domino Iacomazo, como pare et piace alloro, azochè possano fare quanto hanno ad fare. Et perché non vorressimo nui che delle predicte cose ne fosse sinistrata pur una minima, ti advisamo como nui mandiamo là Zuhanne da Somo, exibitore de questa, perché veda le raxone toe et di ognuno altro che habia manezato delle dicte robbe per el tempo passato, siché volimo gli mostri tucte le raxone de quanto hai administrato (a) et manezato delle dicte robbe, avisandote che se cosa alcuna haverai tolto, ti serà necessario lo restituischi integramente. Et circa zò vedi non intervengha contrarietate né veruno (b) manchamento (c) perché, facendo altramente, ne farai non ben contento de te. Ex Gambara ut supra.
Volimo che per una toa ne avise della quantità del feno che se ritrova lì et in quelle possessioni del quondam domino Iacomazo. Et non manchi. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) ad di administrarto in interlinea.
(b) veruno in interlinea.
(c) Segue alcuno depennato.