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116. Francesco Sforza al comune e agli uomini della valle Stura 1452 gennaio 15 Lodi.

Francesco Sforza ricorda al comune e agli uomini della Valle Stura nel Piacentino quanto accaduto a Roberto dell'Albarono nel Piacentino, cui era fuggito un famiglio della valle con un suo cavallo e si era rifugiato lì; nonostante le sollecitazioni, non hanno fatto nulla perché Roberto riavesse il cavallo. Ripete l'ordine di fare in modo di restituire il cavallo o di saldarne il prezzo, ammonendoli che i caso contrario darà a Roberto licenza di farsi giustizia da sè.

Comuni et hominibus Vallis Sture in Placentino.
Ve scripsimo alli dì passati como da Ruberto de l'Albarono, nostro homo d'arme, logiato im Piasentina, se era fugito uno famiglio, il quale è de quella Valle, quale gli havia menato via uno cavallo, et era capitato lì in dicta Valle, confortandovi ad voler che dicto Roberto rehavesse il suo cavallo, o satisfacto del pretio, como era raxonevele. Fino qui non haviti facto niente, de che ne maravigliamo, perché sapimo il dicto famiglio essere lì in dicta valle, et sapeti bene non è raxonevele che luy perda il suo cavallo. Pertanto vi dicimo de novo provediati ch'el dicto Ruberto habia il suo cavallo, o gli satisfaceti del pretio. Et fati non habiamo ad replicarvi più, advisandovi che, non lo facendo, nuy provederimo poy como parerà ad nuy che luy non suporti questo danno, o gli darimo licentia se paghi da si stesso. Siché fareti bene ad fargli rendere, o pagare, il suo cavallo, como è debito et rasonevele. Data Laude, die xv ianuarii 1452.
Iohannes.