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1165. Francesco Sforza ai Dieci della Balia di Firenze 1452 dicembre 8 Cremona.

Francesco Sforza ricorda ai Dieci della Balia di Firenze l'incidente occorso a Giovanni Antonio da Fusano, gentiluomo catalano, che, con altri recatisi da lui per combattere, passando per il territorio fiorentino, furono presi e costretti a dare garanzia di tremila ducati, nonostante l'assicurazione data dal duca di un viaggio senza impedimenti. Lo Sforza sollecita i Dieci a voler annullare tale pretesa tenuto presente che l'assicurazione data loro poggiava sulla parola di Diotesalvi. Dopo l'accaduto Giovanni Antonio e compagni pretendono che la garanzia data venga pagata dallo Sforza, il quale ricorda ai Dieci che, se prima della lega non sarebbe successo tale caso, tanto meno dovrebbe accadere adesso quando tra Milano e Firenze vi è tale concordia. In simile forma si è scritto a Cosimo de Medici, Luca Pitti e Diotesalvi di Nerone.

Dominis Decem Balie.
Per doe altre nostre lettere havemo narrato alle signorie vostre el caso sequito ac quisti dì a Zuhanne Antonio da Fusano, zentilhomo Catalano, quale, passando per le terre di quelle exelsa communità cum alchuni altri zentilhomini, quali erano stati qui per combattere, cum un altro Ciciliano, forono presi et destenuti et constrecti a dare securtate de tre milia ducati, non obstante li havessemo assegurati per bocha nostra che potevano passare securamente et senza impedimento alcuno, et pregassemo le signorie vostre gli piacesse fare cassare, revocare et anullare la predicta securtà et provedere che potesseno andare securamente per observantia del'honore nostro quale gli fecimmo la securezza per dicta importantia del spectabile nostro [ 291v] compare Detesalvo, al quale domandassemo se potevano passare liberamente, et lui ne rispuse ch'el pensava de sì, come lui è pienamente informato; da poi el dicto Zohanne Antonio et compagni sonno venuti qua da noi et ce hanno facto grave querela de questa dicendo che noi siamo attenuti a relevarli da tale securtate data per loro perché, si noi non li havessimo assecurati, non se sariano messi a passare così liberamente et per conseguenza non sariano occorsi in questo pericolo. Et perché ne pare dicano el vero et che se movano con colore de rasone a dirce questo, confortiamo e pregamo de novo le signorie vostre, per dicti respecti et per ogni altra cosa potesse occorrere, gli piaza provedere et ordinare ch'el sia revocata et annullata la dicta securtà et gli sia concesso salvoconducto de potere passare securamente, et non patire che questo male gli sia sequito contra la parola nostra et contra la nostra lettera quale gli fecimo perché, se prima che tra quella excelsa communità et noi fosse la liga et inteligentia che gli è, credimo non saria sequito questo, et molto mancho el credimo adesso che gli è la dicta inteligentia et liga et tanta perfectione d'amore et benivolentia, certificando le signorie vostre et ogni minima promessa quale facessino le signorie vostre, noi fariamo sempre observare dal canto nostro; et se da noi venisse uno quale ne havesse amazato uno nostro figliolo, et venisse fatto parola et promessa dele signorie vostre, vorressimo ch'el fosse venuto securamente et passasse liberamente per mezo dela Camera nostra, et cossì siamo certi farano la signorie vostre. Circa le predicte cose Antonello da Campagna, nostro famiglio, ne parlerà con le signorie vostre, siché gli piaza credere come fariano ale relatione nostre proprie. Cremone, die viii decembris 1452.
Irius.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit Cosme de Medicis et Luce de Pittis ac Detesalvi Neronis.