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1186. Francesco Sforza ad Angelo da Viterbo 1452 dicembre 12 Cremona.

Francesco Sforza, informato Angelo da Viterbo delle lamentele dei cittadini di Parma per il suo intervenire derogando alle competenze del podestà, in spregio agli statuti, lo sollecita a comportarsi correttamente, dicendogli che al termine del suo periodo, a marzo, lo sottoporrà, come richiesto dai Parmensi, al sindacato del suo operato.

Domino Angelo da Viterbio.
Perché quelli nostri cittadini de Parma sonno gravati dinanzi da noy che vi impazati de tenere rasone contra li ordini et statuti loro, desmembrando et derogando a l'officio del potestà, di che ve dicemo che ve vogliati deportare ligeramente nel dicto vostro officio et con satisfactione de quelli cittadini, in modo non se habiano agravare de voi, advisandovi che loro ne hano domandato che vi fazamo sindicare et noi gli habiamo promesso de farlo, et cossì sarite sindicato del tenere rasone. Siché vogliati per fino ad marzo deportarvi bene, che poi de marzo sarà el tempo più aperto et congruo ad remandare la vostra famiglia. Cremone, xii decembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.