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1197. Francesco Sforza a Giacomo Ursino, a Fioravanti da Perugia e ad Antonio Trotto 1452 dicembre 12 Cremona.

Francesco Sforza ricorda a Ursino, a Fioravanti da Perugia e ad Angelo Trotto quanto già scritto a suo fratello Bosio circa il suo comportamento verso la gente sforzesca, tollerando ogni male e ruberia possibili. Non volendo per questo loro atteggiamento subire gravi conseguenze, li richiama aun corretto comportamento.

[ 299v] Iacobo Ursino, Floravanti de Perusio et domino Antonio Trotto.
Voi vederite quanto scrivemo ad Boso, nostro fratello, deli assassinamenti, robamenti, amazamenti d'homeni et sforzamenti de donne et ogni altro male che se fa per li vostri contra quelli nostri aflicti subditi; dela qual cosa noi ne havemo preso tanto dispiacere et malcontentamento quanto più in questo mondo dire se potesse, perché vedimo che tractate li homeni nostri molto pezo che non fanno li inimici. Il che semo deliberati non volerlo consentire, perché voi non seti stati quelli che ne haveti aquistato questo paese, né anchora (a) non vogliamo siate casone de farnelo perdere, salvo si non vi emendati per modo per lo avenire, che de voi non sentiamo più lamenta. Et siate certi che si voi andarite dricto a fare contra quelli nostri subditi al modo usato, noy ne farimo si facta demonstratione ch'el parirà ad ogni uno ch'el ne doglia el male che se fa a torto ali nostri subditi. Cremone, die xii decembris 1452.
Iohannes.
Iohannes.

(a) ne anchora ripetuto.