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1228. Francesco Sforza al podestà e agli uomini di Pellegrino 1452 dicembre 23 Cremona.

Francesco Sforza ricorda al podestà e agli uomini di Pellegrino che Teseo scrisse loro invano che dovevano mandare uomini. Il duca, rimproverandolo, lo esorta a farsi obbidire e aa obbedire a Teseo per quel che ordinerà circa le tasse; in caso contrario lasci ad altri il suo compito. In simile forma si è scritto a Bartolomeo e Giovanni Anguissola.

Potestati et hominibus Pellegrini.
Siamo stati advisati da Theseo, nostro cancellero, come, havendo lui scripto che devesseti mandare da luy de vostri homini per pigliare ordine con voy de quanto havivate da fare per cagione dele tasse de cavalli, et voi non solamente non havite voluto mandare, ma non li havite pur facta una minima resposta per vostra lettera; dela qual cosa dicemo, primo che tu, potestà, ne pare che staghi come adormentato et la mazore parte dela colpa è toa perché te devi fare obedire, overo lassare lo officio a chi se farà obedire; et se fusse per colpa deli homini, devevi almeno fare la toa scusa. Da poi dicemo a tucti voi da Pellegrino che, se non fosse che vi portiamo amore, ve haveriamo demonstrato havessivo facto male. Et pertanto vi commandiamo expressamente che obediati al dicto Theseo a quanto vi ordinarà per le dicte tasse, aliter gli farimo tale provisione che ne restarite malcontenti. Cremone, die xxiii decembris 1452.
Cichus.
In simili forma et pleniori scriptum fuit comiti Bartholomeo Angussola et comiti Iohanni Angussola.