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1255. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano e al referendario di Parma 1453 gennaio 6 Milano.

Francesco Sforza vuole che Oldrado Lampugnani, se vero quanto lamentato da Guglielmo Mazzocco, provveda, incurante di ogni locazione, che le botteghe di cui parla Gugliemo, siano messe all'incanto, ordinando al referendario che tali incanti siano pubblici.

Domino Oldrado de Lampugnano et referendario Parme.
Havimo recevuta la inclusa supplicatione per parte de Guielmo Mazocho al quale, se cossì è como espone, gli fi facto torto et iniusticia. Pertanto, aciò non habia licita casone de lamentarse, ve (a) commettimo a vuy, domino Oldrado, provedati che, non obstante locatione alchuna fosse facta, che dicte botege se contengono in essa supplicatione siano incantate publicamente, segondo la usanza et ordine de quella communità, per utile d'essa et poy, aciochè a dicto Guielmo non sia facto torto. Et cossì tu, referendario, vogli fare dicti incanti segondo se convene publicamente, como è usanza. Mediolani, vi ianuarii 1453.
Cichus.

(a) In A velimo con limo depennato.