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1267. Francesco Sforza al conte Giovanni Anguissola 1453 gennaio 11 Milano.

Francesco Sforza replica a di Giovanni Anguissola scusando la renitenza dei suoi uomini perché nulla hanno a che fare con Piacenza. Devono detti uomini, al pari di quel che fanno gli altri, accettare i cavalli loro imposti da Teseo. Lasciare al conte, come chiesto, le sue terre per la sistemazione dei suoi, è impossibile, tenuto conto del territorio dello stato di cui può avvalersi e sapendo che quel poco di cui dispone il duca l'ha dovuto riservare a quelli che sono nel Bresciano.

[ 314r] Comiti Iohanni Angioxole.
Havemo recevuta la lettera vostra et inteso quelle ne scriveti respondendo alla nostra per la quale ve havemo scripto dela renitentia fanno li homini vostri dove fatti la scusa loro dicendo chi loro non hanno fare cum Piasenza, et cetera; alla quale respondendo, ve dicemo chi ne marevigliamo de questo, perchì obedire loro Theseo, nostro cavaliero, como doviano non guastano le raxone vostre né li loro cum la communità de Piaxenza.
Pertanto vogliate scrivere et providere chi li vostre homine acceptano li cavalli gli tochano per tassa secundo gli ordenerà Theseo, como fanno li altre. Et perchì vuy dicete voliamo lasarvi le terre vostre per logiamento delli vostre, ve dicemo che (a), considerato non possiamo valerse de l'Alexandrino, del Lodesano, de parte del Milanese, Parmisano et Cremonese, ne è bexognato dare quello poche bone logiamente gli sonno ad quelli sonno in Bresana. Siché è necessario vuy habiate pacientia, et cossì ve ne confortiamo, como ha el conte Christoforo et li altri, siamo ben certe che vuy, insieme cum quelle altre gente sonno in Alexandrina, ve aquistarete le strivere. Data Mediolani, die xi ianuarii 1453.
Iohannes.

(a) che ripetuto.