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1270. Francesco Sforza a Bosio Sforza 1453 gennaio 12 Milano.

Francesco Sforza si stupisce dela richiesta di letti e legna fatta da suo fratello Bosio a quelli di Parma, i quali ricorda che non hanno alcun obbligo, ma tutto è rimesso alla loro discrezione. Può far fare legna, risparmiando gli alberi da frutto. Richiama infine il vincolo della fraternità spronandolo a un migliore comportamento.

Domino Bosio Sfortie.
Sonno stati qui da noi li ambasiatori della communità nostra de Parme dicendone et gravandose che tu gli domandi lecti et legne, et cetera; dela quale cosa ne siamo meravigliati che, havendo ti le tasse, recerchi anchora queste cose, et quasi non lo possiamo credere; alli quali noi havimo resposto et dicto che nostra intentione è che loro non siano obligati a darti né lecti, né legne si non quello che loro voleno fare de soa spontanea voluntà. Ben volimo che li possi mandare ad fare tagliare et torre dele legne dove n'è, purché non se tagli ligname alcuno fructifero. Siché de quello havimo resposto et dicto alli dicti ambasiatori te ne advisamo anchora ti, aciochè sappi et intendi la intentione nostra, et quella debi sequire et obedire perché, havendo le tasse, come hai, ne pare te debbia bastare, et parne che tu debbi sforzarte [ 316r] portare per tale modo con quella communità et con ciascuno che habiano casone laudarse de facti toi et non biasimarsine perché, essendo ti nostro fratello come sei, non devi fare, né deportarti como faria uno conductero, o altre gente che non fusse del sangue nostro, ma attendere a carezare li homini nostri li quali siamo certi, sì perché tu sei nostro fratello, sì anche per li toi boni deportamenti verso loro, te farano più che non saperai domandare, si gli saperai essere, il che facendo, nei farai cosa gratissima. Mediolani, xii ianuarii 1453.
Zanninus.
Cichus.