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1275. Francesco Sforza ai Dieci della Balia di Firenze 1453 gennaio 11 Milano.

Francesco Sforza ricorda ai Dieci della Balia di Firenze di aver chiesto, tramite Angelo Acciaioli, l'annullamento delle garanzie date per quei Catalani che sono ora da lui, augurandosi di ricevere anche solo una lettera di libero passo, considerata la lunga amicizia fra i due stati e li informa che ha nuovamente scritto il duca di Calabria per i catalani. Ritorna perciò a chiedere l'annullamento della garanzia in modo che i catalani possano andare liberamente per i fatti loro.

Dominis Decem Balie communis Florentie.
Per più nostre lettere habbiamo scricto et intercesso alle signorie vostre caldamente et ancho mandato a dire a boccha per lo magnifico domino Angelo Azaioli che li piacesse fare cassare et annullare la securtate date per quelli Catalani; da poi dicti Catalani sonno retornati da nui, quali hanno reportato che le signorie vostre hanno pure remessa questa cosa alli suoi oratori, quali sonno appresso ad nui; de che ne havemo presa alquanta admiratione, havendo scripto tante volte per una sì minima cosa et importante ad l'onore nostro et non havendo havuto expedictione votiva, como era el nostro concepto, che non tanto che uno delli vostri, e quale altro si fosse che portasse el salvoconducto delle signorie vostre, ma una minima lettera o scripto, et non tanto dalle prefate signorie vostre, ma da qualunqua spetiale cittadino de Fiorenza lo lassaressimo passare non solamente per li nostri territori et iurisdictione nostra, ma per mezo della Camera nostra, se bem ce fosse inimico capitale et ce havesse morto uno de nostri figlioli perché cussì ne pare obligare a fare la antiquata [ 317v] et longa amicitia et benevolentia quale è stata fra le vostre signorie et casa nostra, et si etiam il vinculo della liga nostra. Et havendoci scripto novamente una lettera el duca di Calabria per casone de dicti Catalani quale scrive tale cose et informa che ne fa alquanto vergognare, che certamente ne pare che simil cosa habbia ad cedere in manchamento del'honore nostro et delle signorie vostre, actento che chi intende simil cosa ne piglia admiratione et iudicano fra le signorie vostre et nui non essere quella intrinsica et inviolabile amiticia et intelligentia con effecto, che è in demostratione; et invero non credano prefate signorie vostre che pigliamo questa cosa per difendere Catelani perché le signorie vostre sanno quanto habiamo casone de essere amici et benivoli ad Catalani, ma solo tale instantia facemo per honore nostro et delle signorie vostre. Et quantunqua cognosciamo che nui non possiamo assecurare nisiuno nello territorio delle signorie vostre, pur tamen pigliaressimo sempre sicurità in le prefate signorie vostre de magior cose che de salviconducti che, como havemo dicto, non tanto li salviconducti soi, ma ogni minima lettera da qualunqua suo cittadino privato da nui sempre se observaria, non altramente che rechiede il debito della nostra intrinsicha amititia.
Pertanto iterum per questa pregamo, confortamo et strengimo le prefate vostre signorie che li piaza far cessare et annullare dicte sicurtate date per dicti Catalani siché possano andare senza altro impedimento ad far li facti loro; et de questo ne havemo facto instantia cum li oratori qua, che ancora loro ne vogliano alle signorie vostre scrivere.
Piazza alle signorie vostre dar tale expedictione ac questa nostra lettera che non sia bisogno più replicare, et che questa cosa non dovesse havere effecto, prima vorressimo pagare cinquanta volte più cha la taglia alloro imposta per non ricevere simile manchamento. Siché iterum atque iterum ve pregamo et stringemo che vi piaza satisfarne de questa nostra lettera et domanda votivamente, come è la speranza nostra in le nostre. Data Mediolani, die xi ianuarii 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.