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133. Francesco Sforza al luogotenente di Piacenza, a Benedetto e a Teseo da Spoleto. 1452 gennaio 22 Lodi.

Francesco Sforza informa il luogotenente di Piacenza, suo fratello Benedetto, Teseo e i commissari in Piacenza delle disposizioni date a Sceva di portare a termine la vertenza tra Bartolomeo Anguissola e gli altri Anguissola per la spesa sostenuta all'osteria per cinque cavalli. Nel frattempo ordina a Benedetto e a Teseo di indurre, ognuno una parte, a versare, quale deposito, l'ammontare della spesa all'osteria, così che la parte condannata habbia soddisfatto quanto deve e facciano alloggiare i cinque cavalli da Bartolomeo.

Locumtenenti Placentie ac Benedicto, eius fratri, et Theseo, commissario et commissariis in Placentie.
Dilecti nostri, volendo nui che la differentia quale è tra el conte Bartolomeo Anguxoli et li altri Anguxoli per la spesa facta in la hostaria deli cinque cavalli sia determinata per modo che non habiamo più questa molestia, commettemo a vuy, messer Sceva, (a) che debiati exequire quanto circa quisto facto haveste in commissione a bocha da nuy, dela quale, perché vuy ve dovite recordare meglio di nuy, non faremo altra mentione. Ma perché siamo certissimi che la nostra commissione quale se fusse, fu iuridica et honesta, la exequireti punctualiter, siché la cosa habia presto fine. Interim vuy, Benedicto et Theseo, remota omne exceptione, volemo che subito astringati l'una parte et l'altra, ciascuna da per sè, a fare deposito de tucto quello che summa la spesa del'hostaria, acciochè quando misser Sceva haverà iudicato quella parte che sarà condennata, habia satisfacto al tucto senza altro litigio, et li dicti cinque cavalli fate allozare al conte Bartolomeo. Et dela spesa facta nanti ala commissione facta per nuy al dicto messer Sceva et da poy che per vuy fu facto comandamento ale parte, che ciascuna per la rata sua facesse securo l'hoste, iudicarite secundo vi pare che dispona et voglia la ragione. Laude, xxii ianuarii 1452.
Cichus.

(a) Segue quanto depennato.