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1349. Francesco Sforza al podestà di Parma e a Leonardo Arlotto 1453 gennaio 31 Milano.

Francesco Sforza comanda al podestà di Parma e a Leonardo Arlotto, economo, di intervenire per benefici concessi senza autorizzazione ducale e senza aver pagato le rispettive annate; Antonio Tagliaferro permuta il guardiaconato della locale chiesa Maggiore per un chiericato nella chiesa di Vicoforte con Benedetto Zangrandi che, a sua volta, permuta il detto guardiaconato con una ebdomazia in quella chiesa Maggiore con Giovanni Stadiani. Parimenti Giacomo da Valerano ha ottenuto un beneficio nella chiesa di San Toma Ilario de Anselmi e un canonicato nella pieve di Castelnuovo, entrambi pervenuti per rinuncia fatta da Antonio Tagliaferro. Dispone che, convocati i beneficiari, o rinuncino ai benefici, o paghino le relative annate che ammontano a ottanta ducati.

[ 333v] Potestati Parme ac Leonardo Arlocto, iconomo ibi.
Nui siamo informati che Antonio Tagliaferro, nostro Parmesiano, da pochi misi in qua ha permutato il guardiaconato della ecclesia Maiore lì in uno chiericato posto in la chiesa de Vicoforto con don Benedecto de Zangrandi. Successive esso don Benedecto ha permutato dicto guardiaconato in una ebdomazia in quella ecclesia Maiore con don Iohanni de Stadiani. Item don Iacomo da Valerano ha octenuto uno benefitio in la ecclesia de Sancto Toma et con Ilario de Anselmi uno canonicato, posto in la plebe de Castelnuovo da Sera, ambedui per renuncia del dicto Antonio Tagliaferro; quali beneficii loro sonno andati ad occupare et occupano senza averne domandato licentia alchuna de renuncia, né de permutatione. Et perché questa cosa è passata contra li ordini nostri volimo che habbiate da voi li predicti in cui sonno pervenuti essi beneficii et li inducati et astrengati per ogni modo ad renuntiare dicti beneficii in le mano de iconomo, overo appagare la annata d'essi, che intendiamo monta ottanta ducati a vera intrata. Et in questo non sia obiecto, né exceptione alchuna. Data Mediolani, die ultimo ianuarii 1453.
Iohannes.