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1363. Francesco Sforza a Davide Lanteri, vicario del vescovo di Piacenza 1453 febbraio 6 Milano.

Francesco Sforza scrive a Davide Lanteri, vicario del vescovo di Piacenza, su quanto Antonio, cancelliere de Oliarii, spenditore ducale, gli ha ricordato circa la possessione detta il Prato del Vescovo, di cui sono stati investiti dalla chiesa cattedrale i suoi predecessori e lui per tanti anni. Temendo ora Antonio che gli venga tolta per darla a uno che offre di più, il duca sollecita Davide a non cedere ad altri tale possessione e lasciarla a chi per tanti anni l'ha avuta e ben tenuta.

Venerabile dilecto nostro domino David de Lanteriis, vicario episcopi Placentini.
Ne ha significato Antonio, cancellero de Oliarii, nostro generale expenditore, che già più et più anni li soi precessori e lui hanno golduta et posseduta una possessione, chiamata el Prato del Vescovo, dela quale sonno investiti da quella chatedrale ecclesia del Domo. Et perché mò, comparendo un altro che promete qualche cosa più, mustrate volerglela concedere et privarne dicto Antonio, essa possessione lì è (a) preiudicasse in volergela tolire, non pariria tucto honesto, né ragionevele. Per nostra conplacentia, ancora che ce recordiamo havervene parlato a Leno in Bressana, ve confortiamo assai che non vogliate provedere ad altri de quella possessione per privarne quelli che già tanto tempo l'hanno posseduta, bonificata et megliorata, anzi lassarla a loro, da quali ne consequeriti più honore et utile, et anche ad noi molto compiacerite. Bem credevamo già l'avessivo facta la confirmatione per quanto ne respondessevo a Leno. Mediolani, vi februarii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue producasse depennato.