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138. Francesco Sforza al podestà e agli uomini di Borgo San Donnino. 1452 gennaio 22 Lodi.

Francesco Sforza fa presente al podestà di Borgo San Donnino il caso di Gabriele, cittadino parmense abitante in detto borgo, che non può abitare in città se prima non viene liberato da certe obbligazioni che ha con i cittadini parmensi a istanza e in nome del comune ove abita; il comune, per tutto il tempo che vi abiterà prima di essere liberato da dette obbligazioni e possa tornare in città, esige il pagamento dei carichi occorrenti. Il duca ordina al podestà di giungere a una soluzione, oliberare Gabriele dalle dette obbligazioni, o vincolarlo agli oneri occorrenti.

[ 36r] Potestati et hominibus Burgi Sancti Donini.
Gabriel, carissimo nostro citadino de Parma et habitatore de quella nostra terra de Burgo San Donino, segondo ne ha facto exponere, summamente desidera retornare ad habitare ad essa cità, como ha facto altra volta, ma dice dubitare se gli andasse, non fosse convenuto in ere et persona per alchune obligatione fece verso alchuni citadini Parmesani ad instantia et nome de quello comune de Burgo, dale quale dicto comune è obligato relevarlo. Se condole anchora et grava che per quello comune debia essere astrecto alla contributione delli carichi a quello occurenti, et li beni soy gli debiano essere extimati, considerato che per casone d'esso comune et homini non pò retornare ad habitare ad essa cità, como è predicto; et per questo richiede, aut che vuy il liberati da tale obligatione, overo per quello tempo ha demorare lì, cioé fina lo relevati dale dicte obligatione, non lo extimati cum vuy, né lo astringati alla contributione delli vostri carichi. Pertanto, parendo a noy la richiesta soa assay honesta et degna de opportuna provisione, volimo, essendo como esso Gabriel expone, aut ch'el liberati dale dicte obligatione in modo possa andare a stare et habitare securamente nella dicta cità de Parma, overo tale provixione faciati circha el suo dimo(ra)re et habitare lì non venga a patire danno et detrimento per haverve servito, como faria quando lo extimassivo cum vuy, dali quali faria penitus reservato et libero quando podesse habitare nella dicta citade, como è soa totale disposicione volere fare quam primum sia desobligato per vuy. Laude, xxii ianuarii 1452.
Cichus.