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1386. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano 1453 febbraio 15 Milano.

Francesco Sforza, rispondendo a Oldrado Lampugnani circa la posizione di Trecate, ribadisce che quella terra non è gravata più delle altre e gli prospetta il quadro della situazione del Cremonese, del Lodigiano, del Parmense, del Milanese e dell'Alessandrino. Risponde poi sui comportamenti tenuti da Battista del Borgo, e infini dice a Oldrado di esortare quelli delle sue terre ad aver pazienza e a fare il debito loro ai soldati.

[ 341v] Magnifico militi domino Oldrado de Lampugnano, consiliario nostro dilectissimo.
Veduto quanto per la nostra lettera ne scrivete dolendove della graveza de Trecà et delli portamenti de meser Baptista dal Borgo, et similiter inteso la continentia della supplicatione inclusa, ve respondemo che credemo sia la verità che la dicta terra sia gravata, ma non più dele altre, perché possete essere certo che quando gli fosse da havere rispecto più a uno che ad un altro, piutosto como è ragio(ne)vele et seria nostra intentione, penderessimo dal canto vostro che de alchuno altro, et Dio ne sia testimonio, che dele graveze delle nostre terre, et maxime dela vostra, ne portamo despiacere et havemogline tanta compassione quanto dire potessimo. Et possendole relevare da quelle, possite extimare ch'el faressimo volontiere, ma como sapete ce è forza che cossì sia per rispecto al bisogno habbiamo delle gente d'arme per operarle alle defese nostre et offese delli inimici, dove voi una con nui gli havete la parte vostra de l'interesse succedano le cose come se vogliano, che, pregamo Dio, succedano prospere come havemo speranza. Et tanto la graveza vene ad esser maiure quanto cessano allozamenti assai de quilli de l'anno passato, como sonno più terre de Cremonese in parte perdute et im parte disfacte, tucto il Lodesano desfacto per rispecto de quel ponte, im parte del Parmesano, im parte del Milanese, et etiam tucto lo Alixandrino dove non gli è alchuno o pochissimi allozati; siché se la terra vostra è in qualche parte più gravata del consueto, atribuiretelo, non che ad nui non doglia, ma el non posser fare altramente. Et che dicate sia più gravata del'altre, questo non credemo perché domino Baptista sa qual è la mente nostra verso le cose vostre. Miravigliamone bene che lui faccia ad quelli homini le extorsioni scrivete, né per niente lo possiamo credere, pur nondimeno scrivemo de presente in opportuna forma al dicto misser Baptista in modo ce intenderà, et voi confortiamo (a) vogliate scrivere alli dicti vostri, vogliano (b) havere pacientia al meglio sia possibile, et fare il debito alli soldati senza che se habia materia a dare loro altro impazo per casione de ciò. Non dicemo altro alla prima parte della vostra lettera delli portamenti vostri optimi e fede sincerissima perché non ce pare replicare più el concepto perfectissimo habiamo havuto, habiamo de presente et siamo per havere de voi et cose vostre. Mediolani, xv februarii 1453.
Ser Andreas.
Andreas Fulgineus.

(a) Confortiamo a margine.
(b) Segue scrivere depennato.