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1394. Francesco Sforza a Bartolomeo Trovamala e al referendario di Piacenza (1453 febbraio 16) Milano.

Francesco Sforza scrive a Bartolomeo Trovamala e al referendario di Piacenza di essere stato informato che il comune e gli uomini di Mezano del vescovato di Piacenza, con la scusa che altri lo fanno, ricusano, in danno della Camera, di pagare i dazi, specie del sale e dei cavalli. Non consentendo tale loro comportamento, ordina loro di procedere contro detti renitenti costringendoli a pagare il dovuto alla Camera e ai dazieri, ammonendoli che altrimenti, manderà soldati nelle loro case.

Bartolomeo Trovamale et referendario Placentie.
Siamo advisati ch'el comune et homini del loco de Mezano del nostro vescovato de Piagenza, sotto umbra de alchuni altri, recuseno pagare li nostri datii, taxa de sale et de cavalli et de altri carrichi quali occorreno, in fraude et detrimento della Camera nostra; del che se maravigliamo grandemente et de loro rendemosi malcontenti. Il perché, non volendo nui per alcun modo tollerare la sua inobedientia né pertinacia, né patire che siano mal exempio ali altri de fare il simile, ve commectiamo et volemo che, per indemnitate et conservatione dele intrate nostre, procedate per ogni executione expediente reale et personale [ 343v] contra li antedicti comune et homini et stringetili appagar tucto quello di che sonno debitori della prefata Camera et delli datiari per le predicte casona o per veruna de quelle; et ulterius a prestarve obedienza tucta volta serranno richiesti in modo che siano obedienti et fazano il suo dovere et dieno exempio ali altri de non ingannare le prefate intrate et de essere obbedienti acquello conce(r)ne el bene et utile dela Camera, monendoli in tal forma che, né mò né per l'avenire, faccino rescistentia alcuna, altramente gli mandaremo tanti soldati a casa che li faranno desconzi et danni in modo che serranno malcontenti. Mediolani, ut supra.
Marcus.
Cichus.