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1402. Francesco Sforza al podestà e agli uomini di Castell'Arquato. 1453 febbraio 15 Milano.

Francesco Sforza assicura il podestà e gli uomini di Castell'Arquato di intercedere presso il Papa e l'economo di Piacenza per riassegnare alle donne, già in un monastero vicino, che intendono ora sistemarsi in terra arquatese, i beni che avevano con il precedente monastero.

[ 345r] Prudentibus viris potestati et hominibus terre nostre Castriarquati dilectis.
Ad nui è piaciuto assai intendere per vostre lettere la bona dispositione e proposto de quelle donne che stavano in quello monastiero proximo ac quella nostra terra de Castelarquate, cioé che voglino redunarse lì in la terra et vivere sanctamente secondo la religione soa, havendo loro loco opportuno et essendoli assignate le loro possessione et beni che havevano stando nel dicto monastero; et non possiamo se non laudare et probare el loro bono proposito, et cussì quanto voi ne rechedete che vogliamo intercedere appresso la sanctità de nostro Signore ad obtenere questa cosa.
Il che volemo fare de bona voglia, et fin adesso havimo facte ordinare le lettere per le quale supplicamo alla prelibata Sanctità in bonissima forma. Così scrivemo allo iconomo nostro de Piagenza che debbia reasignare alle dicte donne tucte le possessione e beni che tenevano stando nel dicto monasterio. Siché adtendete mò ad provedere dal canto vostro ac quello bisogna, et cossì acconfortare quelle donne che stiano de bona voglia et perseverino in la sua bona oppinione. Mediolani, die xv februarii 1453.
Christoforus.
Cichus.