Registro n. 14 precedente | 1410 di 1952 | successivo

1410. Francesco Sforza al fratello Bosio Sforza, conte di Cotignola 1453 febbraio 20 Milano

Francesco Sforza risponde a suo fratello Bosio circa la richiesta di bloccare beni sulle entrate dell'abbazia di Chiaravalle al camerlengo quanti furono quelli da lui tolti a sua madre. Alla richiesta di sua madre di farle avere cento ducati, cui è tenuto Bonifacio da Alatri, al momento in carcere, il duca risponde che, per promesse fatte ad alcuni prelati, non può intervenire.

Magnifico germano carissimo Bosio Sfortie, comiti Cotignole, armorum ductori nostro.
Havemo ricevuta toa lettera de data xiii del presente et inteso quanto scrive, et cussì havimo veduto quanto te scrive toa matre de quello adimanda de fare arrestare tanti beni a monsignore lo camorlingho sopra le intrate della soa abbadia de Chiaravalle, quanti forono quelli fece dicto monsignore tore a toa matre, et cetera. Dicemo che non credemo che quando tu fosti bene qua, ti che ne volissti rechiedere tal cosa neanche ce lo consigliaresti, siché non li bisogna pensare.
Alla parte che fazamo scrivere che a toa matre sia risposto de cento ducati de quelli ne è tenuto Bonifatio de Alatro, quale è ad nostra instantia sostenuto et cetera, dicemo che ad instantia de alchuni prelati ne è stato necessario fare delle promissioni che non possimo fare né disponere altro per adesso deli facti soi. Mediolani, xx februarii 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.
Duplicata die xxiiii februarii 1453.
Cichus.