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1443. Francesco Sforza ai Priori delle Arti e al vessillifero di giustizia di Firenze 1453 febbraio 28 Milano.

Francesco Sforza raccomanda ai Priori delle Arti e al Vessillifero di giustizia di Firenze Niccolò Montagna, soladto e gentiluomo di Verona, del quale racconta le vicende, informandoli che Niccolò risulta essere bandito con i suoi da Venezia. In simile forma si è scritto ai Dieci della Balia di Firenze e a Pietro Torelli.

[ 355r] Excellentibus et potentibus dominis, tanquam fratribus et amicis nostris, carissimis dominis Prioribus artium et vexillifero iustitie populi et comunis Florentie.
Excellentes et potentes domini tanquam fratres nostri carissimi, è acaduto che Nicolò Montagna, zentilhomo de Verona, usato nel mestier del'arme, essendo venuto al tempo passato lì a Fiorenza per pigliare aviamento, et drizandosi da poi verso Roma per aconciarse in quelle parte, perché non li venne facto, li fu distinuto a Barbarino per uno Petro Torelli, dal quale è stato posto alla corda et spogliato della robba sua. Et perché siamo informati delli infortunii d'esso Nicolò qual'è tenuto odioso et suspecto a Venetiani, è stato continuamente malissimo tractato da loro, et confinato una volta in Candia, dove hebbe modo de fugire et, da poi in qua, tenuto fora de casa lui et li soi, se moviamo per piatade de quello altro suo caso perché, pur he da dolerse de cossì fatti zentilhomini, et ne è paruto de intercedere per lui presso alle signorie vostre; ma prima perché dicto Pietro Torelli pare che l'havesse suspecto però che gli trovoe una lectera de passo del marchese de Monferrato, et sotto quillo pretexto gli fece l'offensione, ve faciamo chiari che per questo non era in defecto alchuno, et in suo venire lì, haveva esso Nicolò lettere de recommendatione del spectabile Angelo Simonetta, nostro secretario. Et benché havesse dicte lettere del marchese, perché hebbe appassare per lo suo territorio, tamen non haveva affare in cosa alcuna con lui, né de questo se ha a dubitarne per alcun modo. Siché, considerato che è zentilhomo forauscito de Verona et che ha patito tanti mali et guai che dovevano bastare, confortiamo le signorie vostre et preghiamole vogliano adoperare che la robba sua gli sia restituita aciò non resti submerso totalmente. Et per questa caxone vene lì Francesco, suo fratello, nostro famiglio, overo esso Nicolò, et de questo ne farite summa complacentia, offerendone sempre a tucte le cose che ve siano acepte. Data Mediolani, die ultimo februarii 1453.
Iohannes.
In simili forma scriptum fuit infrascriptis, videlicet: magnificis et potentibus dominis amicis nostris carissimis dominis Decem Balie populi et communis Florentie, nobili et strenuo viro Petro Torello amico nostro carissimo.