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1445. Francesco Sforza al podestà, al referendario e agli Anziani di Piacenza 1453 febbraio 27 Milano

Francesco Sforza redarguisce il podestà, il referendario e gli Anziani di Piacenza per aver rimesso delle condanne senza l'autorizzazione ducale, in danno della Camera ducale e in violazione degli ordini esistenti.

Potestati et referendario ac Ancianis comunitatis nostre Placentie.
Dilecti nostri, per vigore delli ordini et decreti nostri non se pò fare alcuna remissione de quelle condemnatione de quella nostra comunità facte, né se faranno lì, senza nostra expressa licentia, como siamo certi dovete sapere. Et perché da persone fide digne siamo avisati che, non obstante li predicti ordeni et decreti per voi, o alcuni de voi, senza nostra licentia et saputa, sono facte alchune remissione et compositione de condemnatione, quale ritornano a danno dela Camera nostra, se maravigliamo de voi et siamo malcontenti. Però non doviati e doveti fare questo senza nostra saputa et licentia et, disponendo nui omnino che dicti ordine et dicriti nostri siano observati, volemo, et cossì ve conmandiamo che, in lo advenire, per quanto haviti cara la gratia nostra, non faciati, né lassati fare alchuna remissione, né compositione de alchune condempnatione cossì facte, como di quelle se faranno, senza nostra special licentia, et se alchune ne fosse facte, vogliamo le revocate et faciate revocare et provediate in modo che in lo advenire non sentiamo più de questo alchuna cossa, avisandove che se altramente intenderimo sia facto ne lassati fare, gli farimo tale provisione (che) serite de nui malcontenti, havisandone subito de ordine haverite posto sopra di questo. Mediolani, die xxvii februarii 1453.
Macteus et Bartolameus.
Cichus.