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150. Francesco Sforza a Teseo. 1452 gennaio 31 Milano.

Francesco Sforza vuole che Teseo convinca i soldati, alloggiati in Montearboro Tidone e Candelasco, a stare contenti di quanto hanno secondo uso e consuetudine, facendo sì che Filippo Confalonieri e suo fratello non possano lamentarsi per loro ulteriori pretese. Il duca gli raccomanda di fare quanto può per evitare le lagnanze giuste dei fratelli sulla non osservanza della sentenza di Sceva e del podestà di Piacenza sulla contribuzione e tassa dei soldati che alloggiano lì.

Theseo.
Se lamentano lo spectabile domino Filippo Confaloniero et el fratello che quilli nostri soldati, quali sonno alloggiati in Montearboro Tidone et Candelasco non che stanno contenti al consueto ordene ducale, domandano quello è contra l''ordene, usanza et consuetudine, che non è de nostra intentione et voluntà. Siché havendo loro quanto è dovere et usanza, secundo l'ordene et quanto hanno l'altri per quello paese, volemo stianno contenti et pacienti acciò et più non habbiano che quanto è ordenato né consentirai habbiano più né fatiano alcuna molestia, né dianno impazo altramente per questo.
Ulterius perché li prefati se condolgliono che la sententia et le parte in quella se contene, data per messer Sceva et el podestà de Piasenza della contributione et tassa de soldati che debbiono allogiare in dicti luoghi, non gli è observata, volemo in questo facci ogni cosa poterai de bene che non habbiamo più simile querele et molestie. Mediolani, ultimo ianuarii 1452.
Cichus.