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1522. Francesco Sforza al podestà di Castel San Giovanni 1453 marzo 23 Cremona.

Francesco Sforza scrive al podestà di Catel San Giovanni su quanto detto da Pietro Spirone che, travisando la volontà del duca, sostiene di dovere andare a lavorare la possessione che teneva Antonio Cancelliero, speditore ducale. Al podestà lo Sforza ordina di immettere Antonio nella possessione dei beni come si contiene nella investitura.

[ 372v] Potestati castri Sancti Iohannis.
Dilecte noster, siamo informati che Petro Spirone de quella terra ha havuto a dire et dice che l'altro giorno, quando fo da nui ad Milano, gli rispondissimo et dicessimo che elIo andasse ad lavorare, se va affare lavorare (a) la possessione che esso nominato se n'è investito, la quale teneva et godeva Antonio Cancelliero, nostro spenditore, et per queste tale parole lui non vole uscire, né habbadonare dicta possessione; dela qual cosa le parole che dicto Petro dice che nui gli dicissimo, dicemo, se cossì dice, separate dalla veritade perché, habiando nui inteso la dicta questione et costandone ad nui che Antonio Cancelliero ha goduto et tenuto dicta possessione, gli dicissimo a dicto Petro queste parole, che ne parea che havesse gram torto se fosse impazato a torre dicta possessione ad Antonio, et che ne parea (b) non se ne dovesse impazare, ma lassare godere et tenere dicta possessione ad Antonio, como ha facto sempre, et che esso andava cercando le questione como fanno li advocati et procuratori. Et con questo effecto et parole se partitte da nui, credendo nui che non se ne dovesse più impazare.
Ma mò che nui intendiamo quello che lui dice, volimo gli conmandate che non se ne debia più impazare et che lassa liberamente senza alchuna condictione et exceptione godere et tenere dicta possessione, como ha facto per lo tempo passato, et a ti in executione della sua investisione, quale te farà a presentare, volemo et commectiamo che gli debii fare mectere alla pacifica possessione dicti beni secondo se contiene in essa vestigione. Et se per caso il dicto Petro se gravasse per questo, diragli che venga da nui che gli farimo (c) raxione. Cremone, die 23 martii 1453.
Iohannes.

(a) Così A.
(b) et che ne parea ripetuto.
(c) Segue da nui depennato.