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1538. Francesco Sforza a Pietro Cotta 1453 marzo 25 Cremona

Francesco Sforza, narrato a Pietro Cotta l'attacco dei Veneziani a Manerbio e accennato che i Veneziani se ne andarono con Gentile da Leonessa, ferito a Bressa, lo informa che raggiunge Milano per provvedere alle genti d'arme e ricorda l'urgenza di avere da Firenze la sovvenzione di cui bisogna perché i suoi uomini siano pronti per andare in campo ed essere vincitori, affermndo che che i Veneziani hanno già dato il soldo a gran parte delle loro truppe. Scriverà in merito a ciò, come potrà constatare dalla copia della lettera diretta ai Dieci della Balia che gli affida perché la consegni a Cosimo, o a chi gli dirà.

Petro Cotte.
Lunidì passato venissimo qua per lo movimento havevano facto li inimici in andare a campo a Manerbio, el che hebbero ardire et presumtione de fare, perché le gente nostre, che erano in Bressana, erano allora andate ad Mediolano per torre il loro spazamento, et alchuni erano andate in lo serraglio de Mantua. Benché la venuta nostra qui non feci proficuo, perché già de uno dì avanti la dicta terra de Manerbio era acordata, remanendo salve le nostre gente d'arme quale erano in essa, da poi, acordata dicta terra, essi inimici ritornaro tucti alli loro allozamenti et Gentile de Leonessa fo portato in sbarra a Bressa ferito lì, siché di quanto è sopra ciò seguito, mò per questa resti del tucto (a) advisato. In questo dì mò se partimo di qua per ritornare ad Mediolano, vedendo nui che altro giovamento non fa el nostro stare qui, dove facimo et farimo tuctavia dare spazamento alle [ 376r] nostre gente d'arme; nui non havemo modo di podere dare spazo ad esse nostre gente se non siamo adiutati de lì. Volimo che tu recerchi et parli con chi pare ac ti con quella diligentia, che sapemo saperai fare per trovare ne sia facto subventione, perché altramente vediamo nui non havere el modo di podere substenere tanto caricho, et circa mecteli ogni tuo pensiero, studio et ingegno siché omnino habiamo subventione dellà con presteza, avisandote che da questo depende tucta la substantia del facto, perché se nui siamo adiutati aciochè possiamo mectersi impuncto per essere li primi ad uscire in campo, nui sarimo li vincitori, che se prima fossero li inimici, gli saria poi da fare assai. Et per questo te advisamo como Venetiani hanno già dato denari et credimo che pochi homini d'arme delli soi ce restino ad essere spazati, et, tuctavia, le seguente actendeno ad mectersi impuncto et comprare cavalli, siché sforzate de dire et de fare intendere questo perché ne sia dato subscidio prestissimo, aciochè possiamo presto mectersi impuncto et essere li primi ad uscire in campo, perché ne possiamo reportare victoria con gloria.
Appresso te advisamo como scrivimo alli magnifici signori Deci, como tu vederai per la copia inclusa, et mandiamo la lettera in mano tua. Per la qual cosa voglie con lo magnifico Cosimo et, parendo allui che ti presenti la lettera, presentarala, non parendogli, ancora farai secondo il parere suo. Et avisane subito di quanto haverai exequito et della speranza che tu haverai d'esso subito, et quando, e quanto, et como l'haveremo. Cremone, xxv marcii 1453.
Duplicata.
Bonifacius.
Cichus.

(a) del tucto in interlinea.