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1571. Francesco Sforza al podestà di Castell'Arquato. 1453 aprile 4 Milano

Francesco Sforza ribadisce al podestà di Castell'Arquato quanto scritto nella precedente lettera, di procedere secondo quanto si dice nella supplica e mettere il supplicante nel suo primo grado o osservare i capitoli e le convenzioni che il ricorrente ha con la comunità.

[ 383v] Potestati Castriarquati.
Per altre nostre lettere, date a xiii del passato e signate Angelus auditor te scrissemo che trovando tu esser quanto se contene in la supplicatione, quale te mandiamo iterato introclusa, tu provedessi opportunamente che, aut el dicto supplicante fosse in tucto nel suo primo grado, aut gli fosseno observate le conventione e patti dice lui havere per instrumenti publici cum quella comunità et homini. Et perché de novo ne ha ditto et significato el dicto suplicante che tu non procede secondo el tenore e substantia d'esse nostre lettere volendolo gravare contra la dispositione deli capitoli e conventione ha cum la dicta comunità, te dicimo de novo e comectimo che tu debii procedere in la causa secundum narrata in ipsa supplicatione et senza strepito de piado, aut mectere esso supplicante nel suo primo grado, aut farli servare le conventione, non aspectando altre nostre lettere sopra ciò, maravigliandose anchora che aIe prime nostre non habbi exequito quanto te scrissemo. Mediolani, 4 aprilis 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.