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1574. Francesco Sforza al podestà di Castelnuovo di Piacenza. 1453 aprile 5 Milano.

Francesco Sforza ordina al podestà di Castelnuovo di Piacenza di provvedere che a Rolando da Fiorenzuola e ad Antonio Farina, suoi uomini, non siano date noie da quelli di Tiberto per le possessioni donate loro da Giacomazzo, tenendo presente che non è mai stata volontà ducale dare a Tiberto le cose alienate da Giacomazzo e ricordandogli che altrettanto vale per la possessione di Zibello data al suo famiglio Luca Albanese. In simile forma si è scritto a Giovanni Bono di Mortara.

Potestati Castri Novi Placentie.
Rollando da Fiorenzola et Antonio Farina, nostri homini d'arme, ali quali la bona memoria de messer Iacomazo dede in dono una possessione per caduno de loro, se lamentano che per quelli de messer Tiberto gli vole essere tolte le dicte possessione. Et perché, quando dedimo quella terra et l'altre cose al prefato messer Tiberto, non fo nostra intentione de dargli le cose che havia allienato el dicto misser Iacomazo, imo lassarli acquelli a chi l'avesse date, te comectiamo et volemo debii provedere che alli dicti Rollando et Antonio non sia fatto novità, nì dato impazo alchuno in le dicte possessioni, immo siano lassate goldere pacificamente. Et simile dicemo della possessione de Zibello, quale havemo donata nui, bom tempo fa, a Luca Albanese, nostro famiglio, quantuncha essa possessione non habbia a fare con queste. Mediolani, v aprilis 1453.
Irius.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit Iohanni Bono de Mortario.